Il mezzo interstellare è il nome che gli scienziati danno al gas e alla polvere altamente dispersi che si trovano tra le stelle in una galassia. Della miscela, il 99% è gas e l’1% polvere. Del gas, il 90% è idrogeno e il 10% elio. La densità del mezzo interstellare varia a seconda di dove ti trovi e in quale galassia, ma varia da poche migliaia a poche centinaia di milioni di particelle per metro cubo, con una media nella Via Lattea di circa un milione di particelle per metro cubo. Contrasta questo con il mezzo intergalattico, che ha solo 100-1000 particelle per metro cubo, o la densità media dell’universo, che contiene numerosi vuoti massicci, portandolo fino a una sola particella per metro cubo.
Gli astrofisici sono molto interessati alle precise qualità del mezzo interstellare perché influenza fortemente il processo di formazione stellare. Le regioni più dense hanno maggiori probabilità di condensarsi in stelle. Si pensa che le galassie molto antiche, come quelle che alimentano i quasar, abbiano una densità media più elevata rispetto alle galassie odierne, che si sono aggregate in stelle e pianeti. L’aggregazione continua in ogni momento su tutte le scale del mezzo interstellare, poiché nuove stelle nascono e muoiono in nubi chiamate nebulose. Il lancio del telescopio spaziale Hubble ha notevolmente migliorato la nostra conoscenza di questi corpi e di come si muovono e interagiscono con il mezzo interstellare.
Il primo filosofo a riconoscere l’esistenza di un mezzo interstellare fu Francis Bacon, che ne scrisse nel 1626. Francis Bacon diede origine anche al metodo scientifico. Immaginò che il mezzo interstellare si muovesse insieme alle stelle, e aveva ragione. Le particelle diffuse del mezzo interstellare si muovono di quasi un milione di miglia all’ora attorno al centro galattico. A seconda di quanto le particelle sono vicine al centro galattico, impiegano da qualche milione di anni a un paio di centinaia di milioni di anni per compiere una rotazione completa intorno alla galassia.
Il mezzo interstellare è freddo e fa un buon lavoro nel bloccare la luce visibile dove è densa. Abbiamo difficoltà a vedere il nostro centro galattico perché la polvere lo rende un trilione di volte più debole di quanto sarebbe altrimenti, in determinate lunghezze d’onda. Nella porzione infrarossa dello spettro, i raggi riescono a passare, quindi gli osservatori che guardano il centro galattico devono fare affidamento sull’infrarosso.