L’aggressività sociale, nota anche come aggressione relazionale, è definita come il bullismo indiretto volto a rovinare la reputazione di una persona tra i coetanei. È più spesso perpetrato da adolescenti, sebbene anche gli adulti possano essere colpevoli. Le vittime di questo tipo di bullismo spesso sperimentano depressione, aumento dell’autocoscienza e scarso rendimento a scuola o al lavoro; il grado di danno spesso dipende dal tipo di supporto che una persona riceve dalla famiglia e dagli amici. Questi potenziali rischi hanno spinto molte scuole a far rispettare le regole contro questa forma di bullismo.
Il termine bullismo si riferisce tipicamente ad attacchi diretti e conflittuali su un’altra persona e spesso di natura violenta. L’aggressività sociale, tuttavia, in genere manca di confronto diretto. Prende la forma di diffondere voci, pettegolezzi, escludere una persona da un gruppo, attacchi verbali come prese in giro e cyberbullismo. Gli studi hanno scoperto che coloro che sono socialmente aggressivi spesso mancano di autostima o sono incredibilmente consapevoli di sé; in genere utilizzano questa forma di bullismo per proteggere il loro posto tra i coetanei o per mettersi al di sopra dei loro coetanei.
L’aggressività relazionale in genere dilaga nelle scuole medie e superiori ed è spesso erroneamente attribuita alle donne. La ricerca ha scoperto che mentre i ragazzi e gli uomini in genere prevaricano fisicamente i coetanei più delle ragazze, entrambi i sessi possono essere ugualmente aggressivi socialmente. Gli studi hanno scoperto che solo negli Stati Uniti oltre 100,000 studenti perdono la scuola ogni giorno a causa del bullismo indiretto.
Questo tipo di bullismo è spesso attribuito esclusivamente agli adolescenti. Anche se questo può essere vero per forme più ovvie di aggressione sociale, è comune anche tra gli studenti universitari, nei quartieri periferici e sul posto di lavoro. Nell’età adulta, la forma più comune di questo tipo di aggressione è solitamente il pettegolezzo e la diffusione di voci. In generale, più piccola è la comunità, più questo problema si verifica.
L’aggressività relazionale può avere effetti dannosi sulle vittime e in alcuni casi può essere fatale. Gli studi hanno scoperto che gli adolescenti che sono stati sottoposti a questo tipo di attacchi hanno maggiori probabilità di sviluppare depressione e disturbi alimentari. L’aggressività relazionale può anche essere responsabile di un calo del rendimento scolastico e quasi sempre danneggia la vita sociale di un giovane adulto. Tra gli adulti, questa aggressività può limitare la produttività del lavoro e ridurre notevolmente l’autostima.
Gli effetti dell’aggressione sociale spesso dipendono dalla quantità di sostegno che una vittima ha al di fuori della scuola o del lavoro. I bambini con genitori, caregiver, altre figure adulte o amici solidali tendono a gestire questo tipo di bullismo meglio di quelli senza queste basi. Nei casi più gravi, il bullismo indiretto può essere un catalizzatore per pensieri o azioni suicidi; in rari casi, può portare la vittima a togliersi la vita.
A causa dei potenziali effetti dannosi e che alterano la vita dell’aggressione sociale, in particolare per i giovani adulti, molte scuole hanno adottato politiche di tolleranza zero per il bullismo. A insegnanti e genitori viene insegnato a riconoscere i segni di aggressione sociale sia nell’autore che nella vittima. Gli autori sono in genere puniti e, in casi estremi, possono essere sospesi o espulsi dalla scuola.