Nella pratica oftalmologica, il movimento di un occhio è noto come induzione. La duzione avviene naturalmente e la maggior parte delle persone ha una gamma di sei diversi movimenti oculari lungo l’asse di rotazione dell’occhio. Quando questi movimenti oculari non sono possibili, potrebbe essere un segno di danno neurologico o incapacità fisica.
Il movimento degli occhi dipende dalla posizione attuale dell’occhio sul suo asse di rotazione e dalla coordinazione dei sei muscoli extraoculari. I sei movimenti dell’occhio sono abduzione, adduzione, supraduzione, infraduzione, incicloduzione ed escicloduzione. Gli occhi potrebbero naturalmente eseguire uno di questi movimenti, e di solito lo fanno in coordinazione tra loro, creando così una visione binoculare. Quando gli occhi funzionano indipendentemente l’uno dall’altro, crea una convergenza, che può causare problemi alla vista causati dalla riduzione. Questi problemi di vista sono comunemente noti come occhio pigro, visione doppia o occhi incrociati.
Quando si nota la riduzione durante una visita oculistica, viene utilizzata una terminologia medica che potrebbe confondere il paziente. Per motivi di chiarezza, “abduzione” significa che la pupilla dell’occhio si muove verso la tempia, comunemente nota come avere un occhio pigro, e “adduzione” significa che la pupilla gravita verso il naso in una induzione comunemente nota come avere gli occhi incrociati . Nella sovraduzione, la pupilla dell’occhio è elevata e l’infraduzione fa sì che la pupilla guardi in basso. “Incicloduzione” ed “escicloduzione” si riferiscono ai movimenti dell’occhio verso l’interno o l’esterno del corpo. L’incicloduzione provoca comunemente diplopia, nota anche come visione doppia.
La deduzione non coordinata tra gli occhi o l’incapacità di muovere l’occhio in una qualsiasi delle sei induzioni può essere un sintomo di un problema serio. In questi casi, l’oftalmologo potrebbe scegliere di eseguire un test di riduzione forzata come parte della visita oculistica. Lo scopo del test di riduzione forzata è determinare se il problema è un disturbo neurologico o se la mancanza di movimento è causata da un problema fisico.
Il test di riduzione forzata viene eseguito tentando di spostare il bulbo oculare nella direzione del movimento limitato. L’oftalmologo realizza questo movimento anestetizzando la congiuntiva, tenendola con una pinza e simulando il movimento naturale dei muscoli extraoculari. Se il movimento viene indotto in questo modo, si può presumere che il problema sia il risultato di un danno neurologico e non un’incapacità fisica di muovere l’occhio.