In epoca medievale, un precaria era una concessione dell’uso dei terreni della chiesa per tutta la vita del beneficiario, in cambio di un servizio reso alla chiesa. Tali sovvenzioni erano, come implicano le origini di questa parola, di natura precaria; l’utente ha tenuto la concessione per volontà della chiesa, e la chiesa potrebbe revocare il permesso di utilizzare il terreno. Tali concessioni sono talvolta denominate feudi, sebbene ciò non sia tecnicamente corretto perché la terra era di proprietà e concessa dalla chiesa, non da un signore.
Nel corso del medioevo la chiesa ottenne il controllo di consistenti appezzamenti di terreno, sfruttando a proprio vantaggio il sistema di concessione della precaria. I guerrieri potrebbero ricevere terre in cambio di protezione militare, mentre i signori potrebbero essenzialmente affittare terre con tali concessioni, fornendo pagamenti per la chiesa in cambio del diritto di utilizzare la terra. L’utente doveva rimanere in regola con la chiesa per mantenere la terra, e quindi la chiesa aveva un alto grado di controllo.
Tuttavia, i benefici di questa disposizione non erano tutti dalla parte della chiesa. Il re poteva obbligare la chiesa a concedere terre, e non avrebbe avuto altra scelta che obbedire, sia che l’ordine fosse emesso come suggerimento o una richiesta assoluta. I re potevano assegnare beni immobili particolarmente pruriginosi ai loro seguaci preferiti attraverso la chiesa, senza dover perdere nessuna delle terre che controllavano. La chiesa, concedendo i precari, perderebbe il diritto a qualsiasi rendita fondiaria, anche se dipendesse da loro per finanziare operazioni ecclesiastiche.
Mentre il termine dell’uso del suolo di solito si estendeva per tutta la vita del proprietario, a volte un precaria durava per un periodo di tempo più breve, ad esempio cinque anni. Alcuni funzionari ecclesiastici raccomandarono questo cambiamento di politica per rendere meno appetibile al monarca i precari forzati; pochi fedeli seguaci vorrebbero essere ricompensati con il diritto di usare la terra per soli cinque anni, senza alcuna garanzia di poter continuare a usarla dopo quel momento. Ciò ha diluito l’utilità delle concessioni fondiarie forzate dal punto di vista del re e ha permesso alla chiesa una maggiore autonomia sulla disposizione delle sue terre.
La proprietà della terra durante l’epoca medievale era un argomento complicato. Molte persone possedevano terre solo per la durata della loro vita e non avevano il potere di concedere terre o il diritto di usarle ai sopravvissuti. Questo a volte creava situazioni in cui mogli e figli venivano effettivamente lasciati senza un soldo perché la loro ricchezza familiare proveniva dalle entrate delle terre detenute solo per la durata della vita del signore.