Poiché la maggioranza della popolazione mondiale basa le decisioni di vita sull’osservanza della dottrina religiosa, l’aborto e la religione sono profondamente connessi. Le posizioni religiose sull’aborto variano notevolmente tra ogni fede, mettendo alcune delle religioni più diffuse al mondo sui lati opposti del dibattito sull’aborto. La connessione tra aborto e religione può essere trovata nel rigoroso divieto del cattolicesimo contro la procedura medica, nella concessione dell’Islam solo in determinate circostanze e nella politica della fede ebraica “a ciascuno il suo”. La moltitudine di sette nelle religioni spesso varia notevolmente nelle loro opinioni sull’etica dell’aborto.
La fede cattolica, governata dal Papa, ha una politica estremamente severa contro l’aborto per qualsiasi motivo. Secondo la legge cattolica, non è consentito interrompere una gravidanza, o anche impedirne il verificarsi, al punto che la chiesa cattolica non consente l’uso di alcun tipo di metodo contraccettivo ormonale o di barriera. L’aborto è considerato un male grave, nella misura in cui gli ospedali cattolici non consentono l’aborto in situazioni di emergenza, anche se molti indirizzeranno una donna a un altro ospedale per le cure. Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l’aborto e la religione sono del tutto incompatibili.
Nell’Islam, l’aborto è consentito in determinate circostanze, soprattutto nei casi in cui il proseguimento della gravidanza sarebbe fatale per la madre. Il consenso generale è che permettere alla madre di morire sarebbe più sbagliato che permettere al feto di passare. L’aborto terapeutico è consentito, in alcune fazioni dell’Islam, fino a sette settimane, con alcune denominazioni che lo consentono fino a 16 settimane; qualsiasi cosa oltre i 120 giorni non è consentita secondo le interpretazioni del Corano.
Nell’Islam, il motivo dietro l’aborto è anche preso in considerazione se è permesso o meno. La mancanza di mezzi finanziari per prendersi cura di un bambino non è considerata una ragione legittima per abortire. I leader islamici considerano questo un affronto ad Allah, poiché la fede islamica è incentrata sulla convinzione che Allah provvederà ai suoi credenti.
In genere, la fede ebraica consente l’aborto purché sia interamente a scelta della donna, e soprattutto nei casi in cui una gravidanza potrebbe rivelarsi fatale per la madre. Ogni singolo leader ebreo, tuttavia, considera l’etica dell’aborto terapeutico sotto una luce diversa; Gli ebrei ortodossi generalmente non approvano l’aborto per ragioni non mediche.
Gli studiosi ebrei hanno a lungo discusso su quando inizia la vita. L’unica chiara concessione è stata che un feto non è considerato un essere umano completo finché non nasce vivo e quindi non ha alcun diritto. Una sezione del Talmud, la raccolta centrale della legge ebraica, richiede in realtà che un feto venga rimosso se rappresenta una minaccia per la madre; non farlo è considerato reato.
La connessione tra aborto e religione spesso varia notevolmente all’interno di queste religioni e tra le altre fedi, specialmente quelle con numerose confessioni. Le ragioni a favore e contro di essa spesso si riducono alla convinzione di quando inizia la vita. L’aborto e la religione sono al centro del dibattito, con ciascuna delle parti che porta sul tavolo il proprio senso morale.