Il rivelatore magnetico, noto anche come “The Maggie” o “Marconi Magnetic Detector”, fu un’innovazione di breve durata nella comunicazione radio che fu utilizzata principalmente per le comunicazioni transatlantiche durante un breve periodo all’inizio del ventesimo secolo. Fu perfezionato dalla Compagnia Marconi nel 1902 e svolse un lavoro migliore del coherer nel rendere i segnali radio più rilevabili a lungo raggio. Fu presto sostituito da ricevitori a cristallo e tubi a vuoto multielemento più avanzati.
Particolarmente popolare nelle applicazioni marittime grazie alla sua affidabilità, il rivelatore magnetico è stato utilizzato solo per circa un decennio, principalmente da navi europee. Si dice che la prima “Maggie” sia stata installata nel 1903 sulla Carlo Alberto, nave da guerra della marina italiana. Più affidabile e sensibile di tutti i suoi predecessori, il Maggie divenne rapidamente popolare e presto ebbe un successo commerciale, che durò all’incirca dalla sua invenzione nel 1902 fino a quando non fu superato nel 1914.
Sebbene la sua durata fosse breve, il rivelatore magnetico fu considerato un importante progresso nella tecnologia radio e divenne il rivelatore radio standard sulla maggior parte dei ricevitori di bordo utilizzati in questo periodo, comprese le navi da guerra. È stato utilizzato anche in molti casi come backup. Era più sviluppato di altri rivelatori magnetici precedenti perché era azionato da un motore a orologeria e bobine fisse invece di avere solo un magnete rotante sopra una fascia di ferro immobile.
Una delle innovazioni tecniche del rivelatore magnetico Marconi era una fascia di ferro apparentemente infinita che consisteva di ben 70 fili di filo di ferro che erano ricoperti da uno strato di seta. Questa fascia passava su due pulegge rotanti che erano azionate da un motore a orologeria; quindi la banda passava attraverso un tubo di vetro in cui c’era una bobina di rame che fungeva da bobina di frequenza per il pickup audio.
Due magneti permanenti a ferro di cavallo erano responsabili della magnetizzazione della lunga fascia di ferro mentre si muoveva attraverso il tubo di vetro. Usando il magnetismo inverso continuo, che induceva una debole corrente continua nella bobina, si poteva misurare una variazione o flusso, e questo permetteva una traduzione in suono. L’apparato era collegato a un ricevitore telefonico che convertiva le fluttuazioni in audio.
Considerato un raro oggetto d’antiquariato e da collezione, il rivelatore magnetico Marconi è ambito e ricercato dai collezionisti di radio in tutto il mondo, che si meravigliano della sua elegante tecnologia antica. È considerato un prezioso artefatto radio e i modelli più vecchi vengono talvolta scrupolosamente restaurati, il che può includere la pulizia e l’oliatura delle vecchie parti, nonché la sostituzione dei collegamenti dei cavi chiave, che a volte sono rotti all’estremità, o il cappio facilmente rotto che circonda le bobine.