Le batisfere sono camere speciali progettate per l’uso nell’esplorazione di acque profonde. Una batisfera tradizionale ha l’aspetto generale arrotondato di una sfera ed è dotata di finestre resistenti alla pressione, che consentono agli occupanti di osservare il terreno e la vita marina che circondano la camera. Previsto per la prima volta nel 1928, il dispositivo ha permesso agli umani di esplorare aree sottomarine che in precedenza erano al di là della tecnologia del giorno.
Una batisfera viene calata in uno specchio d’acqua utilizzando cavi robusti azionati da una nave. Le gru aiutano a controllare la velocità di discesa e la profondità raggiunta dalla camera. La porta del dispositivo è progettata per essere a tenuta stagna, facilitando la pressurizzazione della cabina e mantenendo la pressione a un livello accettabile per l’uomo. I faretti consentono di illuminare l’area immediatamente intorno al dispositivo, intravedendo diversi tipi di vita marina. I primi progetti includevano una serie di serbatoi cilindrici ad alta pressione che contenevano abbastanza ossigeno per consentire ai subacquei di effettuare un’indagine relativamente completa delle condizioni generali nelle immediate vicinanze.
A John HJ Butler è attribuito il merito di aver progettato la prima batisfera nel 1929, elaborando un concetto generale concepito da Otis Barton l’anno prima. Il primo progetto era estremamente pesante e si dimostrò impraticabile. Un secondo tentativo ha prodotto un design che offriva tutte le caratteristiche di sicurezza trovate nel progetto iniziale, ma era abbastanza leggero per il trasporto e l’uso con i cavi d’acciaio dell’epoca.
Barton si rivolse a William Beebe, un noto naturalista ed esploratore, per trovare un sostegno finanziario per la costruzione della nuova batisfera. Il 6 giugno 1930, la coppia eseguì la prima immersione con equipaggio con il nuovo dispositivo, raggiungendo una profondità di 803 piedi, o 245 metri. In quattro anni, la coppia aveva stabilito un nuovo record, riuscendo a superare con successo una discesa di 3.028 piedi o 923 metri. Quel record durò fino al 1949.
Mentre la batisfera ha permesso di esplorare le profondità oceaniche che in precedenza erano state impossibili da gestire per gli umani, il dispositivo aveva dei limiti. I cavi utilizzati per abbassare e sollevare il dispositivo rimarrebbero utilizzabili solo fino a determinate profondità. Inoltre, il dispositivo non aveva mezzi di locomozione indipendente, rendendo necessario sollevare la batisfera verso la nave, spostarla in un’altra posizione, quindi abbassare il dispositivo una seconda volta. Col tempo fu sviluppato un dispositivo simile noto come batiscafo; questo dispositivo era capace di un grado limitato di auto-locomozione e poteva gestire profondità che erano al di là delle capacità della batisfera.
Oggi negli Stati Uniti è in mostra la prima batisfera funzionante. Ospitato presso l’Acquario di New York a Coney Island, i visitatori vengono trattati con presentazioni sulla storia del dispositivo, nonché filmati d’archivio che raccontano le prime spedizioni che coinvolgono Barton e Beebe. Sebbene l’esplorazione delle profondità marine sia andata ben oltre le capacità di quella prima batisfera, gran parte delle conoscenze acquisite durante la sua costruzione e il successivo utilizzo hanno contribuito a rendere possibili i moderni metodi di esplorazione.