Patience, o Bunthorne’s Bride, è un’operetta di Gilbert e Sullivan. Sir William Schwenck Gilbert scrisse il libretto e Sir Arthur Seymour Sullivan compose la musica. La pazienza è stata la loro sesta operetta insieme, dopo The Pirates of Penzance.
Paitence fu presentato per la prima volta a Londra all’Opéra Comique, il teatro di Richard D’Oyly Carte, il 23 aprile 1881. Insolitamente, Patience ebbe una seconda apertura il 10 ottobre 1881, perché si trasferì al Savoy Theatre appena finito. Ma la seconda apertura ha fatto da sfondo alle attrezzature teatrali: il teatro è stato il primo ad essere dotato di luci elettriche, il che ha creato grande emozione.
L’opera è uno studio di contrasti. Due poeti estetici con prospettive contrastanti conquistano una lattaia di nome Patience. Un gruppo di dragoni cerca di riconquistare i loro amori della signora dal loro attaccamento a uno dei poeti. E, come spesso accade nel lavoro di Gilbert, c’è una donna anziana, Lady Jane, che è impostata come un foglio per la giovinezza e la bellezza delle altre donne nella produzione.
Nell’atto I di pazienza, Bunthorne si rivolge alle venti fanciulle malate d’amore che hanno abbandonato il loro amore per i dragoni per seguirlo, in un burlesque di dottrina estetica. Scopriamo che Bunthorne è innamorato di Patience, che non ha conoscenza né interesse per l’amore. All’insaputa delle donne, dei dragoni o della pazienza, Bunthorne è una finzione, fingendo di essere un esteta per attirare l’attenzione. Quando Grosvenor, un altro poeta e un amico d’infanzia di Patience, appare sulla scena, lui e Patience rinnovano la loro conoscenza e scoprono di essere innamorati, ma secondo la dottrina estetica, come la pazienza capisce, sarebbe troppo egoista da parte sua amare una persona perfetta come Grosvenor, quindi deve rassegnarsi ad amare Bunthorne, che è doloroso, e quindi amore corretto.
Nell’atto II, con Bunthorne ormai parlato, tutte le fanciulle si innamorano di Grosvenor, che non ha interesse per le loro attenzioni. La gelosia di Bunthorne non conosce limiti, e in sostanza chiama Grosvenor e minaccia di maledirlo. Grosvenor è felice di avere la scusa della coazione a rinunciare alla posizione estetica. Poiché Bunthorne è felice, e quindi meno spiacevole, e poiché Grosvenor è ora semplice e quotidiano, e quindi non perfetto, la coscienza di Patience le permette di rinunciare a Bunthorne e sposare Grosvenor. Le fanciulle tornano dai dragoni e – contrariamente alle aspettative stabilite dal titolo – la fine dell’opera è che nessuno deve “essere la sposa di Bunthorne”.
Una delle abilità di Gilbert era quella di trasformare le sue opere da un mezzo all’altro. Questo è vero per le opere basate sul materiale che aveva pubblicato per la prima volta nelle sue Bab’s Ballads, tra cui Patience, che Gilbert realizzò in “The Rival Curates”. Avendo cambiato i rivali in poeti, Gilbert li usò per parodia del fenomeno culturale contemporaneo dell’estetismo, che ebbe una grande influenza nelle arti. In effetti, Bunthorne, uno dei due poeti, è stato spesso preso come una caricatura dell’esteta Oscar Wilde, anche se alcuni pensano che Bunthorne sia più probabilmente una figura composita.