Che cos’è un occhio elettrico?

“Electric eye” è un termine antiquato per un fotorilevatore, un circuito elettronico attivato dalla luce. Sviluppato per la prima volta nel 1890, questo concetto è stato adattato a nuovi dispositivi e tecnologie ed è ancora in uso nel 21° secolo. Le applicazioni comuni includono telecomandi, porte automatiche e rilevatori di movimento. Questo particolare termine è gradualmente svanito dall’uso alla fine del XX secolo, sebbene sia stato ripreso nel 20 per descrivere i progressi nella vista artificiale.

Un fotorilevatore funziona rilevando la presenza o l’assenza di luce o radiazione di una lunghezza d’onda simile, come la radiazione infrarossa (IR). I primi fotorivelatori furono progettati tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Usavano tubi catodici che rilasciavano elettroni in presenza di luce, attivando o disattivando un circuito elettrico collegato. Il termine “occhio elettrico” è stato utilizzato per descrivere il dispositivo confrontandolo con un occhio, che risponde anche alla luce. Altri termini includevano “lampada magica” e “occhio magico”.

Negli anni ‘1930, il fotorilevatore aveva molteplici usi in tutto il mondo sviluppato. I dispositivi di sicurezza li utilizzano per fermare i macchinari se un lavoratore attraversa un’area pericolosa. Hanno rilevato intrusi e banconote false, funzioni di sicurezza ancora in uso oggi. Impostati su un determinato colore, che è determinato dalla lunghezza d’onda della luce, i fotorilevatori potrebbero essere utilizzati per lo smistamento e il controllo di qualità nell’industria. Questa stessa proprietà ha permesso loro di lavorare con la luce IR, che è invisibile all’occhio umano, rendendo il dispositivo stesso non rilevabile.

L’occhio elettrico, un tempo nuovo, era diventato un dispositivo comune nell’ultimo terzo del XX secolo. Gli usi familiari includevano porte automatizzate nei supermercati e altri edifici pubblici e telecomandi per porte da garage e dispositivi elettronici. Il concetto era così utile che è stato adattato alle nuove tecnologie quando il tubo catodico è diventato obsoleto. I chip per computer sensibili alla luce chiamati celle fotovoltaiche alla fine hanno svolto la stessa funzione. Un’altra conseguenza dell’ubiquità del dispositivo è stato il graduale disuso del termine.

Nel 2009, i ricercatori sulla vista umana hanno annunciato un nuovo dispositivo protesico per le persone cieche e ipovedenti. Questo consisteva in un microchip attaccato al bulbo oculare, dove poteva interfacciarsi con il nervo ottico. Il chip ha rilevato i segnali inviati da una telecamera montata sul viso e li ha trasmessi al cervello. Il risultato non ha ripristinato completamente la vista, ma almeno ha permesso all’utente di rilevare forme e volti. I resoconti dei media sul dispositivo lo hanno naturalmente descritto come un “occhio elettrico”.