Originariamente un termine per uno strumento utilizzato per rompere l’osso durante un intervento chirurgico, un osteoclasto è ora noto come uno dei due tipi di cellule primarie che il corpo umano utilizza nella creazione e nel mantenimento delle ossa. Gli osteoblasti sono le cellule che effettivamente creano l’osso; gli osteoclasti sono le cellule che riassorbono, o scompongono e assorbono, il tessuto osseo nel corpo. Sono cellule altamente specializzate che devono lavorare in perfetta sincronizzazione con gli osteoblasti per mantenere il sistema scheletrico.
Gli osteoclasti stessi sono cellule molto grandi, formate dalla congiunzione di diverse cellule create dal midollo osseo che viaggiano nel sistema circolatorio. Come risultato di questa congiunzione, gli osteoclasti sono noti come cellule multinucleate, il che significa che ogni cellula ha più nuclei. L’osteoclasto medio ha da cinque a 20 nuclei, anche se alcuni hanno fino a 200 nuclei. Queste cellule si trovano generalmente in piccole fosse lungo la superficie dell’osso. Queste fosse, che sono formate dall’azione di enzimi osteoclastici, sono conosciute come lacune di Howship e possono essere trovate praticamente su ogni osso del sistema scheletrico.
Quando viene avviato il processo di riassorbimento, la cellula osteoclastica si aggancia all’osso per essere riassorbita, rilascia enzimi per decostruire la superficie del tessuto, quindi la scompone in ioni calcio e fosforo, che alla fine la cellula passa attraverso la membrana esterna e nel circolo sistema. Il processo di riassorbimento, dal primo contatto osteoclastico al rilascio di ioni nel sangue, può richiedere fino a tre settimane per essere completato. Il processo di riassorbimento è controllato dagli ormoni nel sangue, motivo per cui l’osteoporosi, una condizione in cui il tasso di perdita ossea supera la ricrescita del tessuto osseo, è strettamente legata ai cambiamenti ormonali.
L’osteoporosi è più comunemente osservata nelle donne in post-menopausa, che hanno subito una diminuzione degli estrogeni e negli uomini che hanno subito un calo della produzione di testosterone. In questi uomini e donne i cui corpi hanno rallentato la produzione di ormoni, gli osteoclasti riassorbono più tessuto osseo di quanto i loro osteoblasti stiano sostituendo. Di conseguenza, le loro ossa possono assottigliarsi al punto in cui diventano possibili o addirittura probabili fratture improvvise sotto un peso minimo o carichi di forza. Tuttavia, nonostante il loro ruolo nel riassorbimento osseo, gli osteoclasti non distruggono tutto il tessuto osseo. Solo l’osso che si è mineralizzato, o ossificato in calcio e fosforo, è influenzato dagli osteoclasti e dai loro enzimi associati; le formazioni ossee e cartilaginee non mineralizzate, come il naso, non vengono riassorbite.