Le riserve primarie sono le attività che una banca ha a disposizione per coprire prelievi, prestiti e altre attività che richiedono liquidità rapida o immediata. Questo importo include anche il denaro situato in una riserva federale ed è essenzialmente l’importo minimo necessario per una banca per coprire i conti e fare affari. Le banche hanno anche in genere riserve secondarie, che sono attività investite in titoli a breve termine e altri investimenti che pagano interessi e generano entrate per l’istituto. Le riserve primarie non devono essere confuse con un coefficiente di riserva primaria, che è un confronto tra il patrimonio netto spendibile di un’organizzazione e le sue spese totali.
Il termine “riserve primarie” viene utilizzato in ambito bancario per indicare una certa forma di liquidità e attività simili che possono essere utilizzate come liquidità veloce e accessibile. Questa è la quantità minima di denaro che deve essere disponibile o accessibile da una banca affinché rimanga operativa e potrebbe essere un valore legalmente richiesto in alcune aree. Include le attività che si trovano in una banca, nonché il denaro che si trova in una riserva federale utilizzato per assicurare i conti presso tale istituto. Le riserve primarie comprendono anche gli assegni ricevuti ma non ancora incassati.
A differenza delle riserve primarie, le riserve secondarie sono fondi che non sono immediatamente accessibili a una banca, ma che in genere creano entrate per un’organizzazione. Ciò include le attività che sono state investite da una banca in obbligazioni o altri titoli sicuri, generalmente a breve termine. A differenza delle riserve primarie, questi fondi non fanno parte delle attività minime richieste di un’istituzione, consentendo alle banche di investire questi soldi per guadagnare entrate e profitti. Le riserve secondarie non sono in genere accessibili da una banca e non sono incluse come fonte di liquidità nel caso in cui vi sia una serie di prelievi effettuati su di essa.
Le riserve primarie non devono essere confuse con il coefficiente di riserva primaria per un’organizzazione, che è un’indicazione di quanto bene un’impresa possa continuare a operare senza reddito. Questo valore è determinato come una semplice frazione in cui il numeratore, o numero superiore, è il patrimonio netto spendibile di una società. Queste attività includono fondi disponibili e denaro che non viene investito a lungo termine ed è facilmente accessibile. Il denominatore, o valore inferiore, di questa frazione sono le spese totali per un’organizzazione, comprese le spese operative e altri costi. Questa frazione viene quindi trasformata in un decimale, che rappresenta quanto un’azienda è in grado di pagare le proprie spese in base al patrimonio netto, senza considerare le entrate aggiuntive.
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