ICSI è l’acronimo di “iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi”, che è una tecnica medica che prevede l’iniezione diretta di un singolo spermatozoo in un uovo femminile, o ovocita. Questa procedura è un esempio di fecondazione in vitro (IVF), che è un processo che prevede la fecondazione al di fuori dell’utero. Il termine “in vitro” è latino per “entro il vetro”, che descrive gli strumenti di laboratorio in vetro utilizzati, come la provetta e la capsula di Petri. Nel caso dell’ICSI, viene utilizzato un tubo di misura in vetro chiamato pipetta.
L’intera procedura viene condotta al microscopio. Una pipetta trattiene e stabilizza l’ovocita da un’estremità. Nel frattempo, un’altra pipetta, una forma speciale simile a una siringa dello strumento in vetro sottile e cavo, viene utilizzata per tagliare la coda di un singolo spermatozoo per impedirne il movimento, quindi raccoglierlo. L’ago della pipetta viene inserito dall’altra estremità per rilasciare lo sperma immobilizzato nel citoplasma dell’uovo, che è la regione liquida che contiene tutto il contenuto della cellula tranne il nucleo.
Dopo aver rimosso l’ago, l’uovo viene posto in coltura cellulare. Lo specialista della fertilità che esegue questa procedura di solito aspetta circa 24 ore per verificare il successo della fecondazione o la sua mancanza. Se la fecondazione ha successo, l’embrione risultante viene quindi trasferito nell’utero o nell’utero. Il medico in genere segue l’ICSI controllando l’impianto e la gravidanza tramite esami del sangue o tecnologia a ultrasuoni.
Il successo e il fallimento dell’ICSI dipendono da alcuni fattori. Gli specialisti della fertilità possono verificare la presenza di danni al DNA utilizzando una tecnica chiamata analisi dell’elettroforesi su gel a singola cellula o analisi della cometa. Inoltre, più la paziente è anziana o minore è la qualità dello sperma del soggetto maschile, meno successo tende ad avere l’ISCI.
Al medico italiano Gianpiero D. Palermo è attribuito lo sviluppo dell’ICSI nel 1991. Ha ideato la procedura presso il dipartimento del Centro di Medicina della Riproduzione nella Vrije Universiteit Brussel in Belgio. Da allora, l’ICSI è stato utilizzato nei casi in cui il paziente di sesso maschile ha problemi di infertilità. La procedura è stata utilizzata anche quando lo sperma ha difficoltà a entrare nell’ovocita.
L’ICSI, nonostante la sua presentazione e popolarità come forma di trattamento dell’infertilità, ha anche la sua parte di critici. Un rapporto del comitato medico congiunto nel 2006 ha elogiato lo scopo generale dell’ICSI, ma ha osservato che può aumentare la possibilità di anomalie genetiche nei bambini nati a seguito di questo processo. Due anni dopo, la Chiesa cattolica romana denunciò l’ICSI perché implicava l’accreditamento della procreazione a forze tecnologiche piuttosto che naturali.