La displasia vaginale è la crescita anormale delle cellule all’interno del tessuto della vagina. Questo è associato all’infezione da papillomavirus umano (HPV) e allo sviluppo in fase iniziale del cancro vaginale. Viene generalmente rilevato durante gli esami femminili di routine, che includono un esame pelvico e un Pap test. Le donne che avvertono disagio o mestruazioni irregolari possono essere sintomatiche e dovrebbero consultare un medico. Gli esami femminili annuali e le pratiche sessuali responsabili riducono le possibilità di una donna di sviluppare questa forma di displasia.
Il papillomavirus umano è un’infezione che causa una maturazione cellulare anormale e si manifesta come verruche genitali o lesioni. Sebbene possa colpire qualsiasi parte del corpo, un’infezione genitale da HPV si verifica comunemente nelle donne di età inferiore ai 25 anni che hanno un sistema immunitario indebolito. Anche avere più partner sessuali è un fattore di rischio, anche se una persona usa sempre la protezione, poiché l’HPV può diffondersi attraverso aree che non sono coperte da un preservativo. Poiché l’HPV spesso non causa sintomi, può essere difficile sapere se una persona ne soffre, anche se pratica sesso sicuro. Trasmessa attraverso il contatto sessuale diretto, la displasia vaginale associata all’HPV può provocare la formazione di lesioni precancerose.
Rilevata durante un Pap test, la displasia correlata all’HPV è classificata come di grado da basso ad alto, a seconda dello stadio di sviluppo. Le anomalie classificate come di basso grado generalmente regrediscono nel tempo. Gradi gravi, come moderato e alto, richiedono un trattamento, che può includere un intervento chirurgico per rimuovere le cellule e i tessuti interessati. Altri trattamenti possono includere la crioterapia, che prevede il congelamento del tessuto interessato per eliminare le cellule anormali, la chirurgia laser e l’elettrocauterizzazione, che utilizza una corrente elettrica ad alta frequenza per rimuovere le cellule colpite. È raro che la displasia si trasformi in cancro; tuttavia, una donna che presenta infezioni ripetute ha una maggiore probabilità di sviluppare tumori vaginali o altri tumori ginecologici.
Il cancro vaginale è una condizione rara derivante dalla generazione di cellule anormali che non muoiono come le cellule normali durante la produzione di cellule sane. Le numerose cellule si accumulano in massa, formando tumori e hanno il potenziale per metastatizzare o separarsi e diffondersi ad altre parti del corpo. Le donne che hanno il cancro vaginale potrebbero non presentare alcun sintomo, quindi la diagnosi precoce è fondamentale.
Come con l’HPV, la displasia vaginale precancerosa viene generalmente scoperta durante un esame pelvico di routine e il Pap test. Non esistono test specifici progettati esclusivamente per rilevare il cancro vaginale. Le donne che soffrono di sanguinamento vaginale insolito, minzione dolorosa o dolore pelvico possono presentare sintomi associati alle prime fasi del cancro e dovrebbero sottoporsi a un esame fisico. Oltre a un esame femminile di routine, altri test possono includere una biopsia del tessuto vaginale e una colonscopia.
Nel caso in cui vengano scoperte cellule cancerose, sono necessari ulteriori test diagnostici. Viene condotta una tomografia a emissione di positroni (PET) per determinare l’estensione del cancro e se ha metastatizzato o meno. Vengono inoltre condotti ulteriori test di biopsia e imaging per determinare la stadiazione, o il grado, del cancro. Il trattamento per il cancro vaginale dipende dal tipo e dalla stadiazione associati alla diagnosi individuale. Non ci sono linee guida tipiche per il trattamento, ma le opzioni possono includere un intervento chirurgico per rimuovere lesioni cancerose o tumori, radioterapia interna o esterna e chemioterapia.
Le donne che hanno avuto l’HPV, fumano o hanno avuto più partner sessuali hanno un rischio maggiore di sviluppare il cancro vaginale. Coloro che hanno una neoplasia intraepiteliale vaginale (VAIN), sono stati esposti al farmaco dietilstilbestrolo (DES) o sono stati trattati per altre forme di cancro ginecologico sono anche a maggior rischio. La prevenzione dell’infezione correlata all’HPV attraverso pratiche sessuali responsabili, come la monogamia e l’uso del preservativo, può ridurre il rischio di una donna di sviluppare displasia vaginale. La vaccinazione Gardasil® è stata approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) nel 2008 per la prevenzione dell’HPV e dei tumori vaginali legati all’infezione.