La scuola classica di criminologia è un corpus di pensieri sulla riforma del crimine e sui migliori metodi di punizione da parte di un gruppo di filosofi e studiosi europei nel XVIII secolo. Ha avuto luogo durante l’Illuminismo, un movimento nei paesi occidentali che ha promosso l’uso della ragione come base dell’autorità legale. Il filosofo italiano Cesare Beccaria è considerato il fondatore della scuola classica.
Cesare Beccaria e altri membri della scuola classica di criminologia credevano che il comportamento criminale potesse essere minimizzato usando le basi della natura umana. La scuola era basata sull’idea che gli esseri umani agiscono nel proprio interesse personale. Credevano che le persone razionali stipulassero un contratto sociale in cui si rendevano conto che avere una società pacifica sarebbe stato il massimo per se stessi. La scuola ha cercato di ridurre il crimine attraverso la riforma del sistema di punizione penale, che si sono sentiti tendenzialmente crudeli ed eccessivi senza motivo, nonché un deterrente inefficace.
La scuola classica di criminologia ha sostenuto che il deterrente più efficace per il comportamento criminale sarebbe la punizione rapida piuttosto che i lunghi processi. Sentivano che le azioni criminali erano comportamenti irrazionali e provenivano da persone che non potevano o non agivano nei loro migliori interessi personali o della società. I membri della scuola hanno sostenuto che le punizioni dovevano essere attuate in modo coerente per reati specifici senza circostanze particolari al fine di dimostrare alle persone che l’attività criminale non li avvantaggerebbe perché ci sono conseguenze definite.
Una parte importante della riforma della pena penale per la quale la scuola di criminologia classica ha combattuto è stata la giustizia e la parità di trattamento degli accusati. Prima della lotta della scuola per la riforma, i giudici potevano punire i criminali a loro piacimento a prescindere dalla gravità del crimine, che ha portato alcuni a considerare il sistema di punizione criminale come tirannico. Cesare Beccaria e altri membri hanno combattuto per le punizioni per specifici reati stabiliti dalla legislatura e per non consentire ai giudici il potere sfrenato. Sentivano che se i giudici potessero applicare solo sanzioni sanzionate legalmente, i processi sarebbero rapidi e i criminali avrebbero ricevuto le loro punizioni più velocemente.
L’idea alla base della lotta della scuola classica per processi rapidi e punizioni chiaramente definite era che i criminali avevano maggiori probabilità di essere scoraggiati se sapessero che tipo di punizione avrebbero ricevuto e quanto velocemente. I membri della scuola credevano che prevenire il crimine fosse in realtà più importante che punirlo, ma disponendo di un chiaro sistema di punizione, i criminali avrebbero usato il ragionamento per dedurre che il crimine non sarebbe stato nel loro interesse personale. La scuola classica di criminologia fu accettata dai sovrani europei alla fine del XVIII secolo e si ritiene che abbia influenzato il sistema giudiziario occidentale.