Quali sono i criteri per il disturbo da stress post-traumatico?

Il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) è una condizione in cui un evento estremamente angosciante continua ad avere un impatto negativo sulla vita di un individuo attraverso una serie di sintomi di lunga durata. Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) dell’American Psychiatric Association stabilisce diversi criteri per il PTSD. Per essere diagnosticata con questa condizione, un individuo deve sperimentare un evento traumatico e deve avere ricordi ricorrenti di quell’evento. Deve anche dimostrare comportamenti noti come evitamento e intorpidimento e deve mostrare segni di agitazione. I criteri finali per il disturbo da stress post-traumatico includono un’interruzione significativa della vita dell’individuo affetto e una durata minima dei sintomi di almeno 30 giorni.

Come stabilito dal DSM, il criterio iniziale per il PTSD è che l’individuo in questione deve aver vissuto un evento traumatico. Questo può includere qualsiasi cosa, dal prendere parte a una guerra all’essere aggrediti sessualmente all’essere investiti da un’auto. L’individuo può aver partecipato all’evento traumatico o esserne stato testimone diretto.

Successivamente, per essere diagnosticato con PTSD, un individuo deve avere ricordi intrusivi e continui di questo evento traumatico. Questi ricordi possono assumere varie forme. Potrebbe, ad esempio, avere incubi sull’evento o avere allucinazioni al riguardo. In alternativa, potrebbe ritrovarsi a pensare all’evento più e più volte, o potrebbe provare disagio fisico o psicologico quando vede o sente qualcosa che lo ricorda.

Ulteriori criteri per il disturbo da stress post-traumatico includono forme di condotta insolite note come intorpidimento ed evitamento. Il termine intorpidimento si riferisce a una riluttanza o incapacità da parte dell’individuo affetto di dimostrare emozione verso gli altri o di interessarsi alle persone e alle attività a cui una volta teneva. L’evitamento significa che l’individuo tenta di tenersi lontano da attività, conversazioni, luoghi e così via che possono portarlo a pensare all’evento traumatico.

Un altro criterio per il disturbo da stress post-traumatico è l’agitazione in corso. Come per i ricordi legati al disturbo, questa agitazione può assumere diverse forme. Ad esempio, un individuo affetto può avere difficoltà a dormire o concentrarsi. Potrebbe essere più incline del normale alla rabbia o alla paura e potrebbe scoprire di sentirsi sempre al limite.

Due criteri rimanenti per il disturbo da stress post-traumatico si riferiscono a quanto gravemente un evento traumatico abbia un impatto sulla vita di un individuo e per quanto tempo persistono i sintomi dell’individuo. Per essere riconosciuto come PTSD, la condizione di un individuo generalmente deve avere un effetto estremamente distruttivo sulla sua vita, causandogli, ad esempio, la dipendenza dall’alcol o l’impossibilità di lavorare. Inoltre, i sintomi devono persistere per almeno 30 giorni prima che il disturbo da stress post-traumatico possa essere diagnosticato. Poiché non esiste alcun test fisico per verificare l’esistenza di PTSD, i medici generalmente possono fare una diagnosi solo dopo aver parlato in modo approfondito con un paziente per determinare se soddisfa i criteri del DSM per la condizione.