Stiamo davvero finendo il petrolio?

La risposta breve ? “s?”. Il petrolio ? una risorsa finita, formata milioni di anni fa dalla compressione di miliardi di tonnellate di materia animale e vegetale, raccolte nelle tasche sotto la superficie terrestre. Nel secolo in cui il petrolio ? stato sfruttato come fonte di energia, gran parte dell’intera fornitura ? gi? stata estratta.

Una frase che sta arrivando al volgare comune ? “picco del petrolio”. Questo ? definito sia dal picco della produzione globale di petrolio, cio? dal fatto che il petrolio viene estratto dalla terra il pi? velocemente possibile fisicamente, sia dal momento in cui la quantit? ? stata raggiunta. Non vi ? alcun dibattito sull’esistenza di un tale picco; l’unico argomento ? quanto lontano in futuro lo raggiungeremo.

Si stima che siano gi? stati estratti circa 800 miliardi di barili di petrolio. Campbell e Laherr ?re, dei Petroconsultants di Ginevra, stimano che siano rimasti forse circa 1000 miliardi di barili e che il picco sar? raggiunto intorno al 2010. Dato che la maggior parte degli analisti riconosce che il picco verr? riconosciuto solo una volta superato, c’? un un numero crescente di analisti che sospettano questo punto ? gi? stato raggiunto.

La maggior parte dei principali giacimenti petroliferi sono in produzione da decenni. Matthew Simmons, uno dei principali banchieri del settore, ritiene che gli enormi campi in Arabia Saudita abbiano gi? raggiunto il picco; sono in produzione da 30-50 anni e stanno gi? utilizzando tecniche terziarie per estrarre l’olio. Le tecniche terziarie sono il terzo livello di estrazione dell’olio, dopo che i metodi pi? semplici hanno smesso di cedere e di conseguenza sono pi? difficili e costosi.

Molte persone scrollano di dosso l’allarme per la crisi energetica in corso con la convinzione che “i carburanti alternativi” colmeranno il vuoto lasciato dalle forniture di petrolio sfuggente. Questa convinzione ? eccessivamente ottimista, dato il grado in cui l’intera infrastruttura industriale e tecnologica dipende dal combustibile fossile. La conversione ad altri carburanti sar? una massiccia impresa finanziaria per sminuire l’accumulo militare della seconda guerra mondiale.

Precedentemente le nazioni della terza parola stanno diventando pi? industrializzate e, di conseguenza, la domanda globale di petrolio sta aumentando. Poich? i carburanti alternativi non sono “in cantiere”, una caduta dell’offerta avrebbe un effetto devastante sull’economia.

Alcuni analisti ritengono addirittura che l’esaurimento della fornitura di petrolio comporter? la caduta della civilt? tecnologica. Ma in ogni caso, puoi aspettarti che la lotta per controllare l’offerta in diminuzione per innescare conflitti tra le nazioni affamate di petrolio e quelle nazioni i cui territori contengono campi ancora produttivi. Le guerre energetiche in cima a una depressione globale sottrarranno ancora pi? fondi che potrebbero essere presumibilmente utilizzati per convertire in fonti energetiche alternative.

? chiaramente il momento ideale per investire in carburanti alternativi e il trasporto ad alta efficienza energetica ? ben prima che la loro necessit? diventi critica.