L’infibulazione è una procedura che comporta la chiusura o l’ostruzione dei genitali come mezzo per prevenire i rapporti sessuali. L’infibulazione femminile comporta la rimozione del clitoride, insieme a parte o a tutte le piccole labbra. Questo è seguito dalla cucitura o dal restringimento dell’apertura vaginale, lasciando una piccola apertura abbastanza grande da consentire il flusso di urina e le mestruazioni. L’infibulazione maschile consiste nel tirare il prepuzio del pene sul glande e fissare il prepuzio, rendendo l’erezione molto dolorosa o impossibile. L’infibulazione femminile e maschile è anche indicata, rispettivamente, come mutilazione genitale femminile (MGF) e infibulazione genitale maschile (MGM).
L’infibulazione maschile ha avuto origine nell’antica Grecia e a Roma come un modo per controllare il comportamento sessuale tra gli schiavi e proteggerli dalle malattie sessualmente trasmissibili (MST). È stato anche fatto per preservare la castità tra gladiatori e atleti, che si pensava avessero prestazioni migliori quando erano casti. I greci credevano anche che l’infibulazione avrebbe impedito alle voci dei giovani cantanti di cambiare quando avrebbero raggiunto la pubertà. Oggi, l’MGM è una forma popolare di piercing tra i giovani uomini e si dice che migliori le prestazioni sessuali piuttosto che inibirle.
Si ritiene che l’infibulazione femminile abbia avuto origine nell’Arabia meridionale; si è poi diffuso in Africa, dove è ancora praticato principalmente sulle giovani ragazze una volta raggiunta la pubertà. Lo scopo è ridurre il desiderio sessuale, garantire che una giovane donna rimanga vergine fino al matrimonio e aumentare il piacere sessuale per il futuro marito. L’esperienza di molte donne che si sottopongono alla procedura, tuttavia, comporta rapporti dolorosi o difficili. In alcuni casi, il marito o una delle sue parenti allargheranno l’apertura vaginale usando un coltellino per consentire il rapporto. La reinfibulazione viene eseguita anche ogni volta che la moglie partorisce un bambino.
In alcune comunità africane, la MGF è una pratica religiosa. In altri, i genitali femminili sono considerati brutti o offensivi e si ritiene che la rimozione dei genitali esterni renda una donna più igienica ed esteticamente gradevole. Si ritiene inoltre che le MGF aumentino la fertilità. Una donna che è stata “circoncisa” è considerata più sposabile e più culturalmente e socialmente accettabile. Le donne non circoncise vengono evitate, chiamate nomi dispregiativi e negato l’accesso a determinate posizioni e ruoli che le donne “adulte” possono occupare.
Attualmente è in corso uno sforzo globale per porre fine alla pratica dell’infibulazione femminile perché si dice che violi i diritti umani fondamentali delle donne. Le ragazze sono spesso partecipanti ignare e riluttanti. La procedura viene eseguita in condizioni antigieniche e spesso compromette la salute di queste giovani donne. Molte sono morte dissanguate a causa di un’emorragia, hanno subito uno shock postoperatorio e hanno sofferto di mestruazioni dolorose e infezioni. Coloro che sopravvivono alle MGF sono spesso lasciati con cicatrici psicologiche che potrebbero non guarire mai.