Il controtransfert è un concetto psicoanalitico che si riferisce a come i sentimenti di un clinico nei confronti di un cliente vengono alterati quando il cliente ricorda al clinico qualcuno che conosce o conosceva. Il clinico o il terapeuta possono sviluppare sentimenti personali, come attrazione o odio, verso il cliente a causa di quelle associazioni tra il cliente e la persona che il clinico conosceva o conosce. Questi sentimenti, sebbene spesso discussi nelle loro connotazioni più negative, possono anche avere un impatto positivo sulla terapia.
Sigmund Freud ha ideato per la prima volta il concetto di psicoanalisi all’inizio del XX secolo. Questo approccio psicologico si basa generalmente sull’analisi dei pensieri subconsci e dei ricordi d’infanzia. Durante la psicoanalisi, uno psicoanalista in genere intervista un cliente nel tentativo di scoprire eventuali ricordi d’infanzia che hanno avuto un impatto sui sentimenti attuali o sui problemi emotivi. Quando lo psicoanalista inizia ad aiutare il cliente a rivivere quei ricordi passati oa evocare quei concetti subconsci, il cliente può prendere sentimenti legati al passato e trasferirli sullo psicoanalista. In questo approccio psicoanalitico, questo è noto come transfert perché il cliente trasferisce i suoi sentimenti su una persona passata sullo psicoanalista, di solito inconsapevolmente.
Proprio come un cliente può sperimentare il transfert, così può farlo anche un terapeuta. Il controtransfert, talvolta scritto come controtransfert, si riferisce alla situazione in cui un terapeuta associa le qualità del suo cliente alle qualità di qualcuno che il terapeuta conosceva o conosce. Sebbene la maggior parte degli psicologi sia addestrata a mantenere i confini con i propri clienti per garantire una consulenza efficace, molte scuole di pensiero psicologico credono che una certa quantità di controtransfert possa essere inevitabile.
Un esempio di controtransfert è quando uno psicoanalista inizia ad avere sentimenti di attrazione romantica o sessuale per il suo cliente. Conosciuto anche come controtransfert erotico, questo tipo di controtransfert è solitamente motivo per porre fine alla relazione terapeuta-cliente. La prosecuzione del rapporto professionale si ritiene possa correre il rischio di arrecare danno al cliente.
Il controtransfert può presentarsi anche in termini di sentimenti negativi nei confronti di un cliente. Se un cliente ha manierismi simili o altre qualità che ricordano allo psicoanalista una persona abusante nel passato o nel presente dell’analista, l’analista può trasferire sentimenti di odio o disgusto verso il cliente. Ciò può comportare un trattamento meno utile o meno simpatico, anche se inconsciamente. I terapeuti sono, di conseguenza, molto consapevoli di mantenere l’imparzialità e se questi confini vengono superati, un cliente potrebbe dover cambiare psicoanalista.
Mentre il controtransfert è spesso discusso in termini negativi o palesi – in termini di attraversamento di confini appropriati – molti credono che una certa quantità di controtransfert sia inevitabile e comune. In effetti, molti psicologi ritengono che apra la porta a effetti positivi nella terapia. Associando, seppur lievemente, il cliente con un’altra persona, il terapeuta può essere in grado di suscitare quei sentimenti con il cliente e aiutare il cliente a comprendere il concetto di transfert, fornendo così un’opportunità per la comprensione e la crescita psicoanalitica.