Ragionieri e consulenti fiscali utilizzano la contabilità dei costi correnti per stimare i valori attuali dei beni aziendali. Questo metodo contabile utilizza il tasso di inflazione corrente per determinare il costo di sostituzione di un’attività. Differisce in modo significativo dalla contabilità dei costi storici, che determina i costi di sostituzione in base ai prezzi di acquisto originali. L’uso di questo tipo di contabilità affronta la disparità tra i costi storici e correnti che derivano dall’inflazione.
L’incorporazione dell’inflazione nella valutazione delle attività divenne popolare alla fine del XIX secolo. I leader aziendali come Andrew Carnegie hanno utilizzato questo metodo contabile per determinare i valori delle attività in aziende su larga scala e il collasso economico globale della fine degli anni ’19 ha contribuito al suo uso diffuso. Il crollo del mercato azionario del 1920 negli Stati Uniti ha portato a standard di contabilità dei costi uniformi che hanno eliminato le cattive pratiche commerciali.
La contabilità dei costi correnti viene utilizzata per le dichiarazioni dei redditi e le valutazioni aziendali. I proprietari di imprese e i lavoratori autonomi possono citare gli acquisti di attività nell’anno precedente come passività fiscali. Il valore di ciascun bene aziendale elencato in una dichiarazione dei redditi è determinato da questo metodo e i dichiaranti dei redditi generalmente beneficiano di questo stile perché fornisce valori più alti per i loro beni.
Le banche e i finanziatori istituzionali utilizzano i costi correnti quando valutano i valori delle imprese, in quanto consentono ai finanziatori di determinare il valore attuale di un’impresa in base alle sue attività. Questo valore può essere utilizzato dal prestatore emittente per determinare le dimensioni del prestito e le condizioni di rimborso. Le società che hanno rilevato i concorrenti potrebbero utilizzare questo metodo per valutare i valori complessivi dei loro investimenti. I costi correnti sono importanti anche nei processi di fallimento e liquidazione per determinare le perdite totali per gli imprenditori.
L’utilizzo della contabilità a costi correnti non è emerso senza critiche. Una critica a questo approccio è che i costi attuali dipendono dai tassi di inflazione e quelli delle principali valute, come il dollaro, l’euro e lo yen, non sono sempre coerenti. Le società di contabilità e i gruppi industriali potrebbero alternare tra costi correnti e storici a seconda dei livelli di inflazione.
Ulteriori critiche riguardano i differenziali valutari e il potere d’acquisto. I tassi di cambio delle valute in tutto il mondo cambiano a seconda delle politiche governative e delle questioni economiche internazionali. La mancanza di una moneta unica per l’economia globale significa che i costi attuali differiscono da paese a paese, e questa incertezza nei tassi di cambio è simile alla mancanza di uniformità nel potere d’acquisto. Le drastiche variazioni di prezzo delle attività ad alta domanda da un decennio all’altro significano che una certa quantità di denaro potrebbe non acquistare la stessa quantità di attività che avrebbe acquistato 30 anni fa.
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