Che cos’è l’ipoperfusione cerebrale?

L’ipoperfusione cerebrale è una condizione medica in cui il cervello subisce una diminuzione dell’afflusso di sangue. È spesso associato all’ipossia cerebrale, in cui il cervello riceve un apporto insufficiente di ossigeno trasportato dal sangue. Dal punto di vista medico, l’ipoperfusione cerebrale è l’opposto dell’iperperfusione cerebrale, un aumento del flusso sanguigno nel cervello che può causare un’emorragia.

Alcuni sintomi di questa condizione sono vertigini, difficoltà uditive e problemi di vista come sfocatura, oscuramento o un “blackout” totale. Se la condizione persiste, il paziente può anche sudare eccessivamente, impallidire e avere nausea che gli fa venire voglia di vomitare. Nei casi più gravi può verificarsi perdita di coscienza.

In altri disturbi o condizioni, l’ipoperfusione cerebrale può essere una causa, come negli ictus e nella paralisi cerebrale. Negli ictus, la perdita di sangue provoca una diminuzione dell’attività in alcune parti del cervello che controllano i movimenti degli arti, la vista o la parola; quindi una persona che soffre di un ictus è spesso immobilizzata. Nella paralisi cerebrale, l’ipoperfusione si verifica spesso durante la gravidanza o nella prima infanzia, in particolare nella parte del cervello che controlla l’attività motoria. Di conseguenza, i pazienti con paralisi cerebrale sono spesso disabili fisici, poiché l’insufficiente apporto di sangue provoca danni permanenti al cervello in via di sviluppo.

L’ipoperfusione cerebrale può anche essere vissuta come un sintomo o un effetto di un disturbo sottostante. È il caso della sindrome da tachicardia posturale (PTS) che provoca una riduzione dell’afflusso di sangue al cervello quando il paziente cambia da una posizione all’altra. L’ipoperfusione sperimentata nella PTS può influenzare la cognizione di un paziente e persino le sue emozioni, portando a una diminuzione della concentrazione e a uno stato depressivo. Un tipo di ipotensione chiamata ipotensione ortostatica, o sbalzo di testa in parole povere, causa anche molti sintomi associati all’ipoperfusione cerebrale, come vertigini e disabilità visiva. A parte il cervello, i muscoli e altri organi possono anche sperimentare ipoperfusione, avvertita come dolori al collo, oppressione al petto e difficoltà di respirazione.

Molti studi hanno dimostrato che potrebbe esserci una connessione tra ipoperfusione cerebrale e malattie che indeboliscono le capacità cognitive del paziente. Nel 2005, uno studio ha reclutato gruppi di “soggetti anziani”: un gruppo di soggetti aveva il morbo di Alzheimer, mentre l’altro gruppo era etichettato come “cognitivamente normale”. Entrambi i gruppi sono stati sottoposti a scansioni di risonanza magnetica (MRI). I risultati delle scansioni hanno mostrato che quelli con Alzheimer mostravano una sostanziale ipoperfusione nella parte destra del cervello rispetto a quelli che erano cognitivamente normali. Nel 1994, un esperimento sui topi ha rivelato che l’ipoperfusione cronica può produrre più danni neuronali dell’ipoperfusione acuta.