Le banche capofila sono istituti bancari che hanno la responsabilità di sovrintendere alla gestione di qualsiasi progetto che coinvolga più di un finanziatore. A seconda della struttura del progetto, la banca capofila può fungere da agente autorizzato ad agire per conto di tutti gli altri finanziatori coinvolti. Altre volte, la banca funge da facilitatore per qualsiasi azione intrapresa in merito al progetto, tenendo informati tutti i partner del progetto sugli sviluppi attuali, quindi intervenendo una volta che il gruppo ha raggiunto un consenso su come andare avanti. La designazione di una banca capofila è molto comune con i prestiti sindacati in cui più di un istituto sta sottoscrivendo il costo del prestito.
Ci sono diversi vantaggi associati all’utilizzo di questo tipo di modello bancario per varie strategie di investimento e altri affari. Un vantaggio ha a che fare con la creazione di una linea di comunicazione efficiente tra i finanziatori e il debitore. Piuttosto che dover interagire con più banche, il debitore è in grado di comunicare direttamente con la banca capofila su qualsiasi questione relativa all’affare. A sua volta, la banca è in grado di valutare l’emissione, gestirla se l’emissione rientra nei limiti dell’autorizzazione concessa alla banca dalle altre banche, quindi segnalare l’attività a tali partner bancari. Nel caso in cui la questione richieda la consultazione con le altre banche prima che possa essere risolta, la banca capofila raccoglie tutte le informazioni rilevanti, ed è in grado di presentarle agli altri partner, senza che ciascuno debba svolgere le proprie ricerche.
A seconda della struttura dell’operazione, una banca capofila può anche assumere un grado di rischio più elevato rispetto agli altri partecipanti. Questo è spesso vero quando una banca forma una partnership temporanea con altre istituzioni per finanziare un progetto importante, come la costruzione di un nuovo centro commerciale. La banca, invece di assorbire da sola tutta la spesa, destina una parte dell’importo del prestito a ciascun partner, pur rimanendo il primary dealer e mantenendo una percentuale di controllo del debito complessivo. Questa disposizione pone ancora la maggior parte del rischio sulla banca principale, ma lo riduce a un punto in cui il rischio è considerato ragionevole per l’importo del rendimento previsto.
Il termine è utilizzato anche per definire altre funzioni che una banca può svolgere come parte di un gruppo di istituzioni. Uno di questi ha a che fare con il funzionamento come agente per un gruppo di banche. Questo è vero con il mercato degli Eurobond, dove una banca può impegnarsi nell’individuare e qualificare potenziali opportunità di prestito per un consorzio di banche che desiderano fungere da sottoscrittore unificato per vari progetti. Alcune aziende considerano la banca con cui operano principalmente come la loro banca principale, mentre qualsiasi altra banca in cui l’azienda mantiene conti più piccoli è considerata una banca secondaria.
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