Che cos’è un’icona bizantina?

Generalmente definita come una rappresentazione o immagine intesa a rappresentare un concetto o una qualità di particolare importanza, le icone si sono profilate nelle storie religiose e culturali di numerose società nel corso dei secoli. Le icone sono state rese su supporti come pietra, tessuto, mosaico di piastrelle e metallo e sono state prodotte in entrambi i formati bidimensionali e tridimensionali. La tradizione delle icone bizantine ha un significato distinto, poiché le somiglianze dipinte tipicamente bidimensionali hanno svolto un ruolo critico nelle pratiche di culto dei seguaci del cristianesimo orientale dal 330 d.C. in poi, e continuano ad essere apprezzate per le loro significative rappresentazioni artistiche di temi biblici.

Il tipo più comune di icona bizantina consiste in una rappresentazione piatta e dipinta di entità di significato religioso cristiano come Cristo, Maria, santi e angeli. Molte altre icone funzionano come narrazioni descrittive di eventi, tra cui la crocifissione di Cristo. Le rappresentazioni erano tradizionalmente modellate per enfatizzare l’aura santa dei loro soggetti, non la loro corporeità. Non si può dire che nessuna dimensione dell’icona bizantina domini la categoria, perché queste immagini tendono a spaziare da minuscole rappresentazioni portatili a enormi pannelli creati per adornare gli spazi interni di edifici sacri. Trittici a tre pannelli erano comunemente prodotti, così come i pannelli più grandi dovevano essere sollevati su pali per essere esposti durante il combattimento.

Ogni icona bizantina ha svolto una funzione chiave per gli adoratori del cristianesimo orientale. Secondo la tradizione bizantina, era possibile comunicare con l’entità rappresentata sulla superficie dell’icona semplicemente osservandola. La convinzione era che le preghiere potessero essere incanalate in modo specifico sulla figura rappresentata e che probabilmente sarebbe seguita l’assistenza divina. Il periodo bizantino vide un particolare interesse per una classe di icone chiamate acheiropoieta, nel senso che si pensava che fossero create in virtù di un miracolo sacro, piuttosto che dalle mani dei mortali.

Risalente ai primi giorni del cristianesimo, era prevalente il dibattito sull’uso delle immagini e delle raffigurazioni sacre. Avvertimenti biblici contro l’adorazione delle immagini scolpite hanno messo in dubbio l’adeguatezza delle icone e il ruolo significativo che hanno giocato a Bisanzio. L’ottavo secolo ha visto emergere un intenso disaccordo tra le autorità religiose e lo stato che ha portato a un divieto totale dell’uso e della creazione di icone. Ne conseguì una diffusa distruzione delle icone e, pertanto, non rimangono esempi di queste immagini create prima dell’XI secolo. Dopo la fine del periodo iconoclastico, l’icona bizantina riemerse come fulcro della credenza e dell’espressione religiosa in tutta la portata geografica del cristianesimo orientale.