Nel 1915, con l’infuriare della prima guerra mondiale e le vittime in aumento, i medici militari britannici dovettero affrontare un’epidemia di sepsi, un sottoprodotto dell’infezione pericoloso per la vita e una carenza di cotone, che era cruciale per la produzione di bende. Fu durante questo periodo di bisogno che due scozzesi – il botanico Isaac Bayley Balfour e il chirurgo Charles Walker Cathcart – proposero l’idea di realizzare medicazioni assorbenti e antisettiche con il muschio di sfagno, noto anche come muschio di torba, che è stato usato nel corso della storia per mantenere le ferite pulito. L’idea era un salvavita per soldati e medici assediati. Balfour e Cathcart hanno aiutato a identificare due specie di muschio – S. papillosum e S. palustre – che funzionavano meglio per controllare il sanguinamento e aiutare le ferite a guarire.
Muschio salvavita sul campo di battaglia:
Nel tentativo di evitare infezioni e sepsi, i medici militari avevano provato di tutto, dall’irrigazione delle ferite con soluzioni di cloro alla creazione di bende infuse con acido fenico, formaldeide o cloruro di mercurio, con vari gradi di successo.
Ci sono antichi resoconti che i guerrieri nella battaglia di Clontarf fuori Dublino nel 1014 usarono il muschio per tamponare le ferite. Era usato anche dai nativi americani, che rivestivano di muschio le culle e i trasportini dei bambini, un po’ come un pannolino naturale.
Il muschio è stato utilizzato anche durante altri conflitti, comprese le guerre napoleoniche e franco-prussiane. Ma non è stato fino alla prima guerra mondiale che gli esperti medici hanno realizzato il pieno potenziale della pianta.