La fotografia è stridente. Scattata alla Casa Bianca il 21 dicembre 1970, mostra il presidente Richard Nixon, che stava convocando la “maggioranza silenziosa” americana nella sua lotta contro la controcultura. E poi c’è Elvis Presley, l’icona della musica dai fianchi girevoli, che visita lo Studio Ovale in un abito di velluto viola con un’enorme fibbia della cintura d’oro. Il retroscena è che Presley voleva aggiungere un distintivo del Bureau of Narcotics and Dangerous Drugs alla sua collezione, e Nixon ha accolto con favore l’offerta del cantante di aiutare a calmare “gli hippy”. Elvis disse che voleva aiutare a ripristinare il rispetto per la bandiera e disse a Nixon che era “dalla tua parte”.
Un’alleanza improbabile:
Elvis ha portato a Nixon un regalo – una pistola Colt .45 in una vetrina – che i servizi segreti hanno confiscato.
L’ex moglie di Elvis, Priscilla Presley, ha scritto nelle sue memorie del 1985 che Elvis credeva che “il distintivo della narcotici” gli avrebbe permesso di “entrare in qualsiasi paese sia indossando pistole che portando con sé qualsiasi droga desiderasse”.
Presley morì per un’overdose di farmaci da prescrizione (tra cui codeina, Valium, morfina e Demerol) nel 1977. Nixon si dimise nel 1974, accusato di ostruzione alla giustizia, abuso di potere e disprezzo del Congresso.