Il capitalismo di emergenza è un termine che si riferisce alla generazione di profitti basata sul verificarsi di un qualche tipo di disastro. Il termine è stato coniato per la prima volta da Naomi Klein nel suo lavoro The Shock Doctrine e si concentra principalmente su grandi attività commerciali che cercano di creare prodotti che i consumatori acquistano per paura di un qualche tipo di potenziale o imminente disastro. Nel tempo, il termine capitalismo in caso di catastrofe è stato applicato ai profitti realizzati a causa della deforestazione, durante e dopo un disastro naturale e persino nella commercializzazione di prodotti in un modo che genera ansia che può essere alleviata solo consumando un determinato prodotto.
In molti casi, il capitalismo in caso di catastrofi deriva da sforzi di marketing volti a depredare insicurezze o paure che i consumatori nutrono. Ad esempio, una compagnia assicurativa può utilizzare la rappresentazione grafica degli effetti collaterali di un tornado o inondazione come mezzo per incoraggiare i potenziali clienti ad acquistare una copertura assicurativa che li proteggerebbe nel caso in cui si verificassero tali tipi di catastrofi nelle loro aree. Allo stesso modo, un’azienda che vende attrezzature da campeggio e forniture può partecipare a una campagna di marketing che sottolinea la preparazione nel caso in cui l’accesso all’acqua, all’elettricità e ad altri servizi pubblici venga interrotto dopo un uragano o addirittura un qualche tipo di disastro causato dall’uomo. Con ogni scenario, l’idea è di evocare immagini nella mente dei consumatori che siano allarmanti, creando preoccupazione e tensione, quindi offrire la soluzione sotto forma di un prodotto o di una particolare linea di prodotti.
I fautori del capitalismo in caso di catastrofi sottolineano spesso il fatto che mentre le tecniche utilizzate per attirare l’attenzione dei consumatori possono essere piuttosto intense, rappresentano eventi accaduti in passato e che potrebbero ripetersi, date le giuste circostanze. In quest’ottica, promuovere l’acquisto e l’uso corretto dei beni e dei servizi non è considerato diverso dalla promozione di qualsiasi tipo di prodotto di consumo. Da questo punto di vista, questo approccio alla generazione di entrate in una situazione di libero mercato non è altro che identificare un bisogno e offrire i mezzi per soddisfare tale bisogno.
I detrattori del concetto di capitalismo in caso di calamità a volte notano che al lavoro c’è molto di più che semplicemente godere dei vantaggi di un libero mercato. A volte, la motivazione può essere tanto politica quanto economica. Questo ibrido unico di economia politica si basa sulla creazione dell’illusione che se un determinato approccio non viene adottato, le conseguenze saranno spesso disastrose per le generazioni a venire. Generando paura, la speranza è che i consumatori prendano decisioni immediate piuttosto che valutare le prove per se stessi e determinare se un determinato prodotto o approccio è davvero la risposta, o se un’altra soluzione produrrebbe risultati altrettanto efficaci. Questo approccio può essere utilizzato per giustificare la creazione di un’iniziativa governativa o anche per sostenere l’idea di abolire una determinata iniziativa, a seconda degli obiettivi dell’individuo o del gruppo a sostegno dell’azione.