L’articaina è un anestetico locale più comunemente usato per intorpidire le gengive nelle procedure odontoiatriche e sempre più utilizzato per controllare il dolore per altre applicazioni mediche. Disponibile per i medici europei dalla metà degli anni ‘1970, ha guadagnato l’utilizzo in tutto il mondo 25 anni dopo. Rispetto ad altri anestetici, come la lidocaina, ci sono alcune differenze e alcune controversie.
Originariamente chiamata “carticaina”, la sostanza è stata sviluppata per la prima volta nel 1969. Commercializzata in Europa con il marchio Ultracaine®, la sua sicurezza ed efficacia sono state approvate dalla Food & Drug Administration (FDA) statunitense nel 2000. Poco dopo, il brevetto esclusivo del farmaco è scaduto e da allora sono state prodotte diverse versioni generiche e marchiate per altri mercati. In Nord America, ad esempio, l’articaina è disponibile come Astracaine®, Articadent®, Zorcaine® e Septocaine®.
Una volta che il composto attivo viene convertito in un sale cloridrato solubile in acqua, viene diluito a una concentrazione del 4%, l’equivalente di 40 milligrammi per millilitro di soluzione. Una traccia di adrenalina, altrimenti nota come adrenalina, viene aggiunta alla miscela. Questo agisce come un vasocostrittore, quindi un’iniezione rimane nei vasi sanguigni localizzati e il suo effetto anestetico dura più a lungo.
Il meccanismo affettivo dell’articaina è identico a quello di altri agenti iniettati per via sottocutanea, come la lidocaina e la prilocaina, che esistono da molto più tempo. Bloccano i canali del sodio e del potassio attraverso i quali l’estremità di una cellula nervosa trasmette il suo segnale alla cellula nervosa successiva. L’effetto di recidere la connessione tra le cellule nervose adiacenti è temporaneo e gradualmente si inverte completamente. A differenza della lidocaina, tuttavia, l’articaina ha un’emivita di 20-30 minuti; la sua capacità anestetica non dura così a lungo.
Per le procedure odontoiatriche di durata relativamente breve, può essere l’anestetico preferito, poiché la normale sensazione ritorna abbastanza rapidamente. Procedure più lunghe richiederebbero probabilmente più applicazioni del farmaco. I pazienti con allergia ai solfiti o ai sulfamidici non devono essere iniettati con l’articaina. Anche i pazienti con problemi vascolari potenzialmente colpiti dall’adrenalina, come pressione sanguigna irregolare o asma, dovrebbero essere cauti.
Una delle rare complicanze degli anestetici locali iniettabili è la parestesia, una condizione di intorpidimento a lungo termine, forse permanente. Alcuni studi hanno indicato una maggiore incidenza di parestesie dopo il trattamento con l’articaina. Va notato che è estremamente raro e che una teoria prevalente sulla sua causa è il danno fisico ai nervi causato dagli aghi delle siringhe.
Come inibitore neurale generale, l’articaina è un farmaco relativamente nuovo e deve dimostrarsi alla comunità medica. Gli studi clinici e l’uso sperimentale hanno mostrato risultati promettenti per la soppressione del dolore epidurale e l’anestesia regionale endovenosa prolungata. Anche gli studi sulla probabile efficacia dell’articaina come blocco spinale stanno procedendo con deliberazione.