Tratak, noto anche come sguardo fisso o sguardo a candela, è un’antica forma di meditazione in cui gli occhi rimangono su un punto focale. Si pensa che questa pratica aumenti la concentrazione e la chiarezza mentale eliminando le distrazioni esterne. Sebbene di solito l’oggetto dello sguardo sia una candela accesa, è possibile utilizzare anche una lampada a ghee o un punto su un oggetto o sulla fronte di un’altra persona.
La pratica coinvolge sia elementi fisici che mentali. Un praticante inizia sedendosi comodamente a circa 1 o 2 piedi (da 30 a 60 centimetri) di distanza dal punto focale e all’altezza degli occhi. Mantenendo una postura eretta e uno sguardo fisso, l’individuo inspira ed espira completamente e lentamente. Quindi la pratica in genere impone di immaginare il potere dell’oggetto, come la luce della fiamma, che entra nel corpo e illumina il sé interiore. Questo processo di solito dura dai 10 ai 15 minuti.
Molti praticanti di tratak cercheranno di aumentare la profondità della loro concentrazione e dello stato meditativo cercando di non battere le palpebre mentre guardano l’oggetto. Si crede che una volta che un individuo sbatte le palpebre, un pensiero entrerà nella mente, rompendo la concentrazione. Sebbene la pratica non imponga di combattere i pensieri che entrano nella mente, mantenere la mente il più chiara possibile aumenta l’efficacia del tratak. Alcuni praticanti aumentano la loro pratica impegnandosi nella respirazione alternata, in cui il processo di inspirazione ed espirazione è ulteriormente focalizzato utilizzando diverse narici per ogni giro d’aria.
Se una candela viene utilizzata per la pratica del tratak, deve essere spenta in un modo specifico una volta terminata la sessione. Le credenze tradizionali affermano che il respiro è veleno per la purezza della fiamma e per il dio che si crede viva nel fuoco. Per questo motivo, la fiamma viene tipicamente estinta premendo lo stoppino contro un oggetto fino a quando non è più acceso.
Tratak è usato per ridurre lo stress, liberare la mente, aumentare la chiarezza mentale e aumentare la concentrazione. Si pensa che la pratica riduca i pensieri frammentati instillando un senso generale di calma nell’individuo. Tradizionalmente, si crede che la pratica dia all’individuo una maggiore sensazione di beatitudine e consapevolezza. Se la pratica viene eseguita con una fonte di luce, si pensa che l’illuminazione faccia rispondere la ghiandola pineale, o terzo occhio, dando al praticante una sensazione di pace.