La teoria della giustizia penale coinvolge quattro filosofie principali che guidano le politiche che determinano come un governo gestisce i suoi problemi con il crimine. Le prime due, teoria della punizione e teoria della retribuzione, sono intrecciate. L’idea in ciascuno è di punire il criminale, con la teoria retributiva incentrata sulla soddisfazione della vittima per tale punizione. Le altre due teorie principali della giustizia penale, la teoria del deterrente e la teoria della riforma, mirano a prevenire crimini futuri. Cercano di raggiungere questo scopo scoraggiando altri a commettere gli stessi crimini o trasformando il singolo criminale in un membro produttivo della società.
La teoria della punizione della giustizia penale sposa l’idea che le persone dovrebbero subire ripercussioni per i torti che commettono contro la società. È una teoria semplice incentrata sulle conseguenze negative di atti indesiderati. Coloro che criticano questa teoria della giustizia penale sostengono che si tratta di una politica miope. Sebbene il criminale possa ottenere ciò che si ritiene meriti per le sue azioni in un certo senso, non vi è alcun beneficio pratico positivo e tutto ciò che rimane alla società è un criminale incallito.
Simile a questa filosofia è la teoria retributiva della giustizia penale, sebbene il focus sia sulla vittima piuttosto che sul criminale. L’idea è che la vittima di un crimine dovrebbe avere diritto alla soddisfazione di vedere la persona che l’ha danneggiata subire conseguenze negative per le sue azioni. Gli argomenti contro questa filosofia sono simili a quelli per la teoria della punizione; non vi è alcun vantaggio pratico per la società se il fine è semplicemente punire il trasgressore.
La teoria della deterrenza della giustizia penale è la prima delle quattro filosofie che sposa l’idea che la giustizia penale dovrebbe essere focalizzata sul quadro generale, piuttosto che solo sugli individui coinvolti nel crimine in questione. Al centro di questa filosofia c’è l’idea che se le persone vedono gli altri subire ripercussioni negative per le loro azioni, li scoraggerà dal farlo. I critici della teoria della deterrenza sostengono che la minaccia di punizione non riduce significativamente il crimine come sostengono i sostenitori della teoria. Inoltre, la teoria della deterrenza spesso comporta sanzioni pesanti per i reati per ottenere l’effetto previsto, risultando in condanne più severe di quanto sia ragionevole per il reato.
La teoria finale della giustizia penale è la teoria della riforma, che è una teoria progressiva volta a trasformare i criminali in membri produttivi della società. I sostenitori della teoria della riforma sostengono che i programmi sociali gestiti attraverso le carceri possono fornire ai criminali abilità pratiche che possono utilizzare una volta rilasciati nella società, il che renderà meno probabile il ricorso alla criminalità. I critici deridono i costi dei programmi come un cattivo uso dei soldi delle tasse dei cittadini.