Nel 1979, il presidente Jimmy Carter installò 32 pannelli solari alla Casa Bianca, in gran parte come reazione agli shock petroliferi degli anni ‘1970. Nel 1973, l’embargo petrolifero dell’OAPEC aveva causato confusione e paura negli Stati Uniti, costringendo gli automobilisti a fare la fila per il gas, se fossero riusciti a trovare una stazione che avesse anche solo carburante. La crisi ha sottolineato la dipendenza degli Stati Uniti dai combustibili fossili e ha creato un notevole interesse per le energie alternative. Tuttavia, i pannelli solari, che erano stati utilizzati per alimentare lo scaldabagno della Casa Bianca, non sono durati a lungo. Il presidente Ronald Reagan li fece rimuovere nel 1986 mentre il tetto della Casa Bianca veniva riasfaltato. Il primo “shock petrolifero” degli anni ‘1970 si verificò nell’ottobre 1973, quando i membri dell’Organizzazione dei paesi arabi esportatori di petrolio (OAPEC) proclamarono un embargo petrolifero come risposta al sostegno americano a Israele nella guerra dello Yom Kippur. Il secondo “shock petrolifero” si è verificato nel 1979, innescato dalla rivoluzione iraniana.
Energia solare, avanti e indietro:
L’OAPEC ha dichiarato l’embargo petrolifero del 1973 contro Canada, Giappone, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti.
La metà dei pannelli solari che un tempo generavano energia alla Casa Bianca sono stati successivamente installati sul tetto della caffetteria dell’Unity College nel Maine.
Il presidente Barack Obama, che ha posto le questioni ambientali al centro della sua presidenza, ha reinstallato i pannelli solari alla Casa Bianca nel 2010.