La psicologia del Sé è stata sviluppata da Heinz Kohut (1913-1981) nel Chicago Institute of Psychoanalysis. È una scuola di pensiero psicoanalitico che crede che la malattia mentale sia il risultato di bisogni di sviluppo stentati. Il narcisismo, l’amore per se stessi, era il principale fattore trainante nelle teorie di Kohut. Al centro della sua fede nella psicologia del sé c’era l’importanza dell’individuo rispetto alle strutture e alle teorie analitiche. Nel 1971, Kohut pubblicò il suo lavoro seminale, L’analisi del sé, che metteva in discussione molte teorie prevalenti dell’epoca.
La psicologia del Sé riconosce sia gli elementi del Sé che alcune parti della teoria psicodinamica introdotta da Sigmund Freud. La teoria psicodinamica delinea pulsioni, conflitti e complessi. Tuttavia, non tutti gli elementi di questa teoria erano inclusi nel quadro di Kohut.
Kohut ha diviso il sé in quattro componenti chiave: il sé coeso, grandioso, nucleare e virtuale. Ogni individuo nasce con un sé nucleare, mentre il sé virtuale è l’immagine del bambino nella mente dei suoi genitori. La combinazione del nucleare e del virtuale porta al sé coeso. Il sé grandioso esce dal punto di vista narrativo del bambino come il centro di tutta l’esperienza.
Il primo elemento della psicologia del sé è l’empatia. Kohut credeva che la causa principale della malattia mentale fosse l’incapacità dei genitori di entrare in empatia con i loro figli. Essere in sintonia con i bisogni del bambino significa che i genitori possono aiutare il bambino a passare dal sé grandioso al sé coeso. Kohut ha teorizzato che l’empatia può creare una relazione tra il paziente e l’analista, portando a qualche riparazione del sé del paziente.
L’oggetto-sé è il processo mediante il quale gli individui estendono le immagini del sé su oggetti e attività. Questi vanno dagli sport ai gioielli. Gli individui non si sentono completi senza l’attività o l’oggetto prescelto. La psicologia del Sé proietta l’idea che le abitudini dell’oggetto Sé di un bambino continuano a influenzare le sue scelte nel lavoro, nello studio e nei compagni di vita. Quando questo oggetto non è disponibile, crea ciò che Kohut chiama frustrazione ottimale, che è una sorta di trauma.
Le prime tendenze narcisistiche si manifestano attraverso l’idealizzazione. Questo elemento del sé vede gli individui che cercano di connettere il loro oggetto-sé con qualcuno che idealizzano. Collegandosi con la persona idealizzata, l’individuo attinge al potere, alla saggezza e alla bontà di quella persona.
Un elemento chiave del sé, secondo Kohut, è l’alter ego. Dove l’ego è lo sviluppo interno del sé, l’alter ego è il desiderio di essere come gli altri. L’alter ego nella psicologia del sé vede l’individuo adattare l’immagine di se stesso per adattarla agli altri. Questo porta anche al gemellaggio, in cui il dolore oi sentimenti di un altro sono sentiti dall’alter ego.
L’elemento finale della psicologia del sé è il sé tripolare. Questo è separato dai disturbi bipolari e ruota attorno ai tre poli interni: bisogni grandiosi ed esibizionistici, bisogni di alter-ego e il bisogno di una figura onnipotente. Questi poli si sviluppano dalle interazioni di un individuo con altre persone significative nella loro vita.