Un letto a gabbia definisce un letto completamente recintato con barre metalliche o reti su tutti i lati, compresa la parte superiore, per confinare un paziente in una piccola area. Questi letti utilizzano una barra verticale o orizzontale e un lucchetto per trattenere i pazienti che mostrano comportamenti aggressivi, controllare comportamenti difficili e proteggere i clienti da lesioni. I letti a gabbia sono stati vietati nella maggior parte dei paesi in quanto disumani e degradanti, ma alcune istituzioni psichiatriche europee continuano a usarli come alternativa ai clienti drogati.
Uno studio del 2003 del Mental Disability Advocacy Center (MDAC) internazionale ha rilevato che alcuni pazienti istituzionalizzati sono stati confinati in un letto a gabbia 24 ore al giorno per anni per controllare il comportamento aggressivo o a causa dell’insufficienza di personale nei reparti psichiatrici e negli istituti psichiatrici di alcuni ospedali. Lo studio ha riguardato la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Slovacchia e la Slovenia e ha acceso il dibattito internazionale sull’uso di un letto a gabbia come principale spazio abitativo del cliente. Il centro di advocacy ha definito degradante l’uso di letti a gabbia in queste situazioni e l’ha etichettato come una forma di tortura.
Lo studio ha rilevato che alcune istituzioni stavano utilizzando un letto a gabbia in violazione degli standard internazionali sui diritti umani nel momento in cui i quattro paesi si stavano preparando ad aderire all’Unione europea. La controversia ha portato alla messa al bando dei letti a gabbia negli istituti di salute mentale in Ungheria e Slovenia e a cambiamenti meno radicali nella Repubblica Ceca e in Slovacchia.
I ricercatori hanno visitato 20 reparti psichiatrici in ospedali e istituti psichiatrici nell’Europa orientale e centrale. Hanno scoperto che i membri del personale nelle case di cura e nei reparti psichiatrici usavano letti a gabbia per controllare i pazienti che mostravano comportamenti difficili a causa di gravi disabilità mentali. I letti sono stati utilizzati anche per confinare i pazienti anziani affetti da demenza per proteggerli dal vagare e ferirsi. Le organizzazioni per i diritti umani hanno presentato proteste quando lo studio ha rivelato che alcuni pazienti sono stati collocati in un letto a gabbia come punizione per comportamenti indesiderati.
I trattati internazionali sui diritti umani vietano il trattamento crudele o disumano dei malati mentali o delle persone che vivono in assistenza sociale, come gli orfani. Questi trattati definiscono l’isolamento in un letto gabbia come una forma di tortura degradante per le persone che non possono difendersi. Il MDAC ha ritenuto l’uso di questi letti troppo restrittivo e una forma di detenzione. Ha concluso che un letto a gabbia dovrebbe essere utilizzato solo come ultima risorsa, quando i tentativi meno restrittivi di controllare un cliente si rivelano inefficaci.