Uno shtetl è una piccola comunità con una popolazione prevalentemente ebrea. Questo termine è più tipicamente usato per riferirsi alle comunità ebraiche nell’Europa orientale che prosperarono fino all’Olocausto a metà del 20esimo secolo, e la vita shtetl è in gran parte considerata estinta oggi. Sebbene ci siano numerose comunità in tutto il mondo con una grande popolazione ebraica, in particolare in Israele, queste comunità non sono del tutto analoghe agli shtetl di Polonia, Lituania, Bielorussia e Ucraina.
Le radici dello shtetl risalgono alla fine del 1700, quando Caterina la Grande di Russia creò il Pale of Settlement. I cittadini ebrei della Russia potevano vivere solo nel Pale, una regione lungo il confine occidentale della Russia. La creazione del Pale è stata progettata per costringere gli ebrei ai margini della società russa. Gli insediamenti nelle Pale tendevano ad essere caratterizzati da estrema povertà, ma erano anche comunità pie e vibranti piene di cittadini che facevano il meglio con ciò che avevano.
Gli ebrei che volevano vivere al di fuori del Pale of Settlement dovevano fare domanda al governo e le loro richieste venivano spesso respinte. I gentili, tuttavia, erano i benvenuti a stabilirsi negli shtetl, e alcuni avevano una popolazione fino a metà gentile. La vita nello shtetl tendeva a ruotare attorno al calendario ebraico, con la sinagoga e la scuola che occupavano un posto di orgoglio nella comunità.
Commercianti e artigiani si stabilirono anche nelle aree del centro, con i cittadini che vivevano ai margini dello shtetl. Molti storici hanno idealizzato la vita shtetl, parlando del forte senso di comunità, dei frequenti eventi comunitari e del profondo attaccamento alla fede religiosa che caratterizzava la vita in queste comunità. Tuttavia, gli shtetl erano anche una forma di segregazione usata per negare alla comunità ebraica l’accesso a buoni terreni agricoli e alla maggior parte della cultura e del commercio russi. I residenti di Shtetl apprezzavano molto l’istruzione, insieme alla carità e a una forte etica del lavoro, e in queste comunità c’erano precise barriere di classe, con uno stile di vita molto fisso che è cambiato poco per quasi due secoli.
Alla fine del 1800, lo zar Alessandro III approvò le May Laws, una serie di regolamenti apparentemente temporanei che venivano usati per discriminare la comunità ebraica. Agli ebrei non era permesso vivere nelle zone rurali, nemmeno nelle Pale, ed era loro negato l’accesso all’istruzione ea molte professioni. Gli ebrei furono anche allontanati con la forza dalle principali città russe e molti ebrei emigrarono durante questo periodo per cercare migliori condizioni di vita, riducendo radicalmente il numero di shtetl. Quelli che rimasero furono decimati dai nazisti durante l’Olocausto e, sebbene oggi esistano molti ex shtetl, le loro popolazioni non sono più principalmente ebree.