Il poliptotone è un evento di sintassi in cui un parlante o uno scrittore usa la stessa parola di una lingua in varie forme all’interno della stessa frase o frase. Questo tipo di dispositivo linguistico fornisce un interessante contrasto di diverse forme della stessa parola. Può essere usato in senso pedagogico, per impatto poetico, o in altri modi diversi.
Un uso del poliptoto è nella recitazione dei verbi nelle loro varie coniugazioni. Molte persone hanno familiarità con la recitazione delle forme verbali da parte degli scolari. Questo è un caso in cui questo dispositivo linguistico viene utilizzato per scopi didattici.
Insieme al suo uso in forme verbali o verbali contrastanti per l’istruzione, il poliptoto è spesso usato anche dagli oratori per effetti drammatici o poetici. Ci sono una vasta gamma di esempi di questo tipo di sintassi. Famosi drammaturghi l’hanno usato come contrasto in versi di drammi e poesie che sono ancora popolari oggi.
Molti leader politici hanno anche usato il poliptoto nei discorsi. L’uso di questo tipo di sintassi spesso serve a sottolineare una parola specifica su cui il parlante vuole richiamare l’attenzione. Ad esempio, lo storico presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy, nel suo discorso inaugurale nel 1961, includeva una linea che recita: “Non come un invito alla battaglia, sebbene siamo merlati…” – qui, le due parole “battaglia” e “battagliato” rappresentano due forme della parola radice “battaglia”, che aiuta Kennedy a sottolineare l’idea di un conflitto, un grande conflitto che è estremamente rilevante per la situazione in questione.
Un dispositivo simile relativo al poliptotone è un altro dispositivo linguistico chiamato antanaclasi, in cui parole identiche vengono riutilizzate più volte, ma con significati diversi, nella stessa frase o frase. Qui è rilevante un altro esempio del discorso inaugurale di un presidente degli Stati Uniti. Franklin D. Roosevelt, nel suo discorso inaugurale nel 1933, affrontò le pressioni economiche in America e le crescenti ostilità della seconda guerra mondiale con questa affermazione: “L’unica cosa che dobbiamo temere è la paura stessa”. Il primo uso della parola “paura” è un verbo, riferito a molti americani timorosi, ma il secondo uso della parola “paura” è un sostantivo, a significare che le paure del tempo si autogeneravano e potevano essere conquistate attraverso fiducia e azione aggressiva.
La frase sopra rappresenta efficacemente l’idea di antanaclasi, dove la stessa parola appare ripetutamente con significati diversi. Mentre alcuni potrebbero obiettare che i due usi della parola “paura” rappresentano forme diverse, definendo l’affermazione un esempio di poliptotone, dalla definizione tecnica di antanaclasi, la frase si adatta più accuratamente a questa categoria. Questo perché le due parole utilizzate sono le stesse sia nell’ortografia che nella pronuncia.