La coprecipitazione è un fenomeno in cui un soluto che normalmente rimarrebbe disciolto in una soluzione precipita su un vettore che lo costringe a legarsi insieme, invece di rimanere disperso. Ciò può verificarsi in natura e in ambienti di laboratorio e talvolta è attivamente facilitato, mentre in altri casi è una reazione chimica indesiderabile. In particolare nella bonifica ambientale, la coprecipitazione può essere uno strumento estremamente utile per campionare, purificare soluzioni e ripulire i rischi ambientali.
Nel processo di coprecipitazione, le somiglianze chimiche tra un vettore e un soluto consentono ai due di legarsi in qualche modo. Il legame estrae il soluto dalla soluzione mentre il vettore forma cristalli o altre strutture. Questi possono essere potenzialmente eliminati o rimossi in altri modi, lasciando dietro di sé una soluzione purificata. In natura, la coprecipitazione può verificarsi nei corsi d’acqua, nel suolo e in altri ambienti e talvolta contribuisce alla formazione di depositi misti di minerali e altri composti.
Ci sono diversi modi in cui un soluto può coprecipitare da una soluzione. Uno è attraverso l’inclusione, dove si formano i cristalli di un vettore e il soluto trova buchi nella matrice cristallina da occupare. Anche i soluti possono essere soggetti a occlusione. Nelle occlusioni, il vettore circonda completamente il soluto, intrappolandolo nel mezzo di una matrice di materiale cristallino in modo che non possa tornare nella soluzione. Può verificarsi anche l’adsorbimento, in cui i soluti aderiscono alla superficie di un vettore.
A volte ciò si verifica per caso poiché due composti reagiscono in un ambiente di laboratorio e coprecipitano fuori da una soluzione. In altri casi, un tecnico può avviare deliberatamente il processo. Un vettore può essere introdotto in una soluzione, ad esempio, per rimuovere un soluto che non può essere estratto con altri mezzi. Ciò è particolarmente comune quando le concentrazioni di un soluto sono estremamente basse. Ciò può consentire alle aziende di estrarre composti preziosi e può anche essere utilizzato nei test di campioni in cui gli scienziati vogliono identificare la concentrazione di soluto più bassa possibile.
L’analisi del campione può richiedere l’uso del coprecipitato per estrarre i soluti ostinati per la valutazione. I contaminanti ambientali a volte possono essere molto dispersi, rendendoli difficili da identificare. Di conseguenza, possono resistere ad altri mezzi di estrazione, sfidando i ricercatori che vogliono testarli. Con l’uso della coprecipitazione, uno scienziato può rimuovere in modo accurato ed efficace un soluto di interesse per ulteriori studi. Gli stessi agenti veicolanti possono talvolta essere utilizzati anche nella bonifica, introducendoli in ambienti contaminati e raccogliendo i risultanti aggregati di veicolanti e contaminanti.