La spettroscopia di emissione di fiamma è una tecnica di analisi chimica che si basa sull’osservazione dell’energia emessa quando gli atomi eccitati ritornano allo stato fondamentale. Gli atomi associati a diversi elementi hanno le proprie firme spettrali distinte che possono essere identificate con un rivelatore altamente sensibile. Questo metodo di analisi dei materiali è di natura distruttiva, ma può fornire importanti informazioni sui componenti di un campione sconosciuto di un composto o di una soluzione.
Il primo passo è l’aerosol del campione. Per fare ciò, uno spruzzo sottile del materiale campione può essere pompato attraverso una fiamma, dove il calore eccita gli atomi, facendoli ricadere allo stato fondamentale. Ciò provoca una perdita di energia e una caratteristica emissione di energia. Un rilevatore rileva le lunghezze d’onda della luce emessa e le registra a vantaggio dell’operatore. Queste informazioni possono essere stampate e conservate digitalmente in un file.
Alcuni composti hanno firme molto caratteristiche che possono essere visibili ad occhio nudo nella spettroscopia di emissione di fiamma, specialmente se il campione è grande. Al posto dell’aerosol, alcuni metodi di prova richiedono che il tecnico metta un piccolo campione in un supporto che può essere posizionato nella fiamma, il che creerà un’emissione molto evidente. Il rame, ad esempio, brucia dal verde brillante al blu, a seconda delle impurità presenti. I professori di chimica possono utilizzare tali composti riconoscibili nelle dimostrazioni in classe per mostrare agli studenti come funziona il processo e per illustrare le varie emissioni spettrali dei diversi elementi.
Le differenze tra altri composti possono essere più sottili, specialmente quando sono presenti più elementi in un campione. Il processo di spettroscopia di emissione di fiamma ingrandisce l’emissione e consente all’operatore di rivederla a piacimento per abbinarla a campioni noti. Le persone possono cercare specifiche fasce di luce che possono essere segni rivelatori della presenza di particolari elementi. I sistemi informatici automatizzati possono anche eseguire questa corrispondenza da soli e restituire all’utente un elenco di probabili candidati.
Sono disponibili grafici dei risultati della spettroscopia di emissione di fiamma da confrontare con i campioni in analisi. Questi possono essere utilizzati anche per la calibrazione delle apparecchiature. Per calibrare, il tecnico preleva un campione noto e lo sottopone al processo, confrontando il risultato finale con il grafico. Se le emissioni non corrispondono, potrebbe esserci qualcosa di sbagliato nell’attrezzatura. L’attrezzatura potrebbe necessitare di manutenzione, pulizia o altro per funzionare correttamente e restituire risultati validi per l’utente.