La terapia psicodinamica si basa su modelli psicoanalitici classici sviluppati da persone come Sigmund Freud. Non deve essere solo la terapia freudiana, e alcune altre forme di terapia psicodinamica includono la terapia junghiana e la terapia adleriana. Non importa quale sia l’orientamento teorico del terapeuta, ci sono alcune cose in comune con questa forma di terapia.
È importante riconoscere che ci sono alcune differenze tra psicoanalisi e psicodinamica. Primo, solo le persone formate in psicoanalisi sono incoraggiate a chiamarsi psicoanalisti. Qualsiasi terapeuta può praticare la terapia psicodinamica. In secondo luogo, i terapeuti possono utilizzare la psicodinamica con altri modelli. Ad esempio, potrebbero integrare una terapia cognitivo comportamentale con il lavoro freudiano.
La maggior parte delle volte, l’obiettivo della terapia psicodinamica è consentire alla persona di accedere all’inconscio in modo che possa venire a patti con quei pensieri e sentimenti repressi che influenzano il comportamento, o in alternativa per imparare cose perse quando lo sviluppo è stato arrestato da un trauma. Si suppone che il terapeuta in questo contesto eviti di lasciare che la sua personalità influenzi il cliente, ed eviterà specificamente di fare affermazioni personali. In effetti, i terapeuti potrebbero non dire molto e potrebbero anche non affrontare il cliente. I clienti potrebbero utilizzare il tipico “divano”, anche se non è sempre così.
Per il terapeuta, tenere la personalità fuori dall’equazione può essere difficile, ma un modo per farlo è non rispondere alle domande personali. Un cliente potrebbe chiedere a un terapeuta se è sposato, al che il terapeuta potrebbe rispondere: “Cosa te lo fa chiedere?” Il terapeuta utilizza essenzialmente le domande per mantenere il cliente concentrato su se stesso.
Eppure questa forma di terapia spesso dipende in una certa misura dal transfert, dal fatto che il cliente proietta i suoi sentimenti sul terapeuta. Il terapeuta non dovrebbe contro-trasferire, ma si verifica ancora frequentemente. Esistono diverse scuole di pensiero sulla possibilità per i terapeuti di evitare di portare parte di sé stessi nella terapia psicodinamica o di proiettare occasionalmente i propri pensieri e sentimenti sui propri clienti. L’obiettivo però è non lasciare che questo interferisca con la ricerca del cliente per la comprensione e lo sviluppo di sé.
Il modello abituale per questa forma di terapia è che i clienti trascorrono almeno un paio d’anni incontrandosi almeno una volta alla settimana, per lavorare con un terapeuta. Esiste anche un modello chiamato terapia psicodinamica breve, in cui la terapia avviene in un arco di tempo più breve. Il terapeuta deve concentrarsi rigidamente sul lavoro personale. Questa breve forma di terapia può essere efficace per alcune persone, poiché si ritiene che molte persone che iniziano questo processo siano in grado di continuare da sole dopo un po’ e continuare un percorso di autosviluppo o auto-rivelazione senza l’assistenza di un terapista.