L’architettura artificiale è una direzione emergente, audace e nuova nell’architettura che si occupa di sviluppare metodologie e algoritmi computazionali che creano forme architettoniche dall’aspetto naturale. Consente agli algoritmi di generare soluzioni significative ai problemi di progettazione architettonica e il computer è visto come un’entità collaborativa nel processo di progettazione anziché come uno stupido cavallo di battaglia. Informatica, intelligenza artificiale, architettura e computer grafica si intersecano tutte nell’area dell’architettura artificiale. È anche noto come architettura algoritmica o design algoritmico.
Con l’ausilio di algoritmi avanzati si possono creare morfologie architettoniche del tutto affascinanti. Tradizionalmente, software come i programmi CAD venivano utilizzati per visualizzare meglio i concetti di progettazione nella mente dell’architetto. Il software automatizza le attività manuali ripetitive e noiose e viene utilizzato come strumento. Mentre esegue calcoli estesi, memorizza o altera solo progetti o processi presenti nella mente dell’architetto.
Al contrario, l’architettura artificiale consente ai computer di creare strutture completamente nuove simulando complessi fenomeni naturali o utilizzando processi generativi. I linguaggi di scripting sono integrati in modo innovativo nel software CAD, consentendo agli algoritmi di fare molto di più. Gli algoritmi diventano collaboratori nel processo di progettazione e utilizzano sistemi genetici, grammatiche di forma e modelli matematici per progettare strutture imprevedibili e uniche. Questo approccio trascende la programmazione diretta utilizzando linguaggi di scripting per codificare l’intento progettuale, consentendo in definitiva al software di progettare in modo intelligente strutture coerenti.
FormZ 4.0, 3dMaxScript e Maya Embedded Language (MEL) sono alcuni dei linguaggi di scripting utilizzati nei software di progettazione di computer tridimensionali. Le strutture generate dagli algoritmi possono essere stampate anche con stampanti tridimensionali. Il computer va oltre il suo tradizionale ruolo di semplice estensione della persona ed emerge come partner collaborativo. Ciò consente agli architetti di creare strutture straordinarie che non solo utilizzano l’intelligenza del progettista umano, ma incorporano anche le caratteristiche uniche del design computazionale creativo.
L’architetto lavora a un livello più astratto con il computer e non si preoccupa delle minuzie. Il progettista definisce il framework, che specifica elementi come le possibili configurazioni, i tipi di elementi da utilizzare e le dimensioni del progetto complessivo. Specificano inoltre i tipi di alterazioni consentiti, la scala e i possibili raggruppamenti. È simile a definire la struttura e le regole per un gioco come gli scacchi. Il computer è autorizzato a creare le proprie morfologie all’interno del framework specificato.
Ad esempio, il computer può creare un progetto algoritmico per un hotel, una sala da concerto o un grattacielo. Il software può creare forme aperiodiche che assomigliano più da vicino a cose naturali e organiche. Le strutture evolvono con operazioni booleane, morphing e frattali. I processi cellulari sviluppano progetti intricati e fuori dal mondo. Ad esempio, una biblioteca può avere un design frattale e un auditorium può avere una struttura dall’aspetto parassitario.
Un campo completamente rivoluzionario, l’architettura artificiale può essere pensato come un sottocampo del design computing. Ha elementi di ingegneria della conoscenza e crea progetti controllati. Il termine architettura artificiale è stato coniato in una tesi di dottorato presso l’Università Politecnica di Madrid in Spagna. L’architettura artificiale è stata resa ancora più popolare dall’Institute of Artificial Art di Amsterdam, che ha investito molto nell’uso di grammatiche visive per generare nuove strutture.