Il Chicago Climate Exchange (CCX) è una società costituita per facilitare la riduzione delle emissioni di gas serra. Funziona nell’ambito di un sistema cap and trade, con i membri del CCX che accettano di ridurre le emissioni complessive di un determinato importo e possono anche scambiare crediti di emissione tra loro. Poiché gli Stati Uniti si sono ripetutamente rifiutati di firmare il Protocollo di Kyoto, il Chicago Climate Exchange è progettato per aiutare a colmare il vuoto normativo lasciato dalla mancanza di controlli di Kyoto in Nord America.
Questa organizzazione è stata fondata nel 2003 da Richard Sandor, che ha percepito la necessità di uno scambio climatico in Nord America. I membri del Chicago Climate Exchange firmano un accordo legalmente vincolante per ridurre le loro emissioni e, in cambio di questo accordo, alle società vengono emessi crediti, che possono utilizzare o vendere. Le aziende che non utilizzano tutti i loro crediti possono venderli ad altre aziende che non sono riuscite a raggiungere il necessario stato di efficienza, riducendo così le emissioni complessive mantenendo un “cap” sulle emissioni totali.
I sistemi di cap and trade sono già ampiamente in uso in altre parti del mondo e, in qualche modo, il Chicago Climate Exchange è semplicemente una risposta del mercato al problema. Scambiando crediti in vari gas serra, le aziende associate possono contribuire in modo positivo all’ambiente, consentendo loro di utilizzare l’ambito marchio di “business verde” nella loro commercializzazione. Queste aziende possono anche essere più competitive con le aziende in altre parti del mondo che hanno già sistemi di cap and trade.
L’ascesa di istituzioni come il Chicago Climate Exchange illustra la crescente preoccupazione globale per le questioni relative al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici. I sistemi cap and trade per vari inquinanti sono in uso fin dal 1990, ma questi sistemi sono diventati molto più ampiamente utilizzati e accettati dai membri del mondo degli affari poiché si rendono conto che essere rispettosi dell’ambiente è redditizio. Alcune aziende di altissimo profilo sono membri del Chicago Climate Exchange, tra cui Motorola e Ford, che dimostrano un interesse diffuso nel commercio di crediti di inquinamento e nel desiderio di rimanere competitivi sul mercato aperto.
Alcune persone hanno indicato l’istituzione proattiva del Chicago Climate Exchange come argomento contro la regolamentazione governativa dei gas serra, suggerendo che le aziende risponderanno da sole al problema del riscaldamento globale. Tuttavia, altri si affrettano a sottolineare che il Chicago Climate Exchange è nato in risposta a sistemi simili in tutto il mondo, aiutando le aziende nordamericane a competere a livello globale e prepararsi a potenziali repressioni governative sulle emissioni di gas serra. Sebbene il Chicago Climate Exchange sia certamente un passo prezioso nella giusta direzione, questi critici ritengono che sia ancora necessaria una regolamentazione del governo, rendendo i sistemi di cap and trade obbligatori, piuttosto che facoltativi.