Un test della microalbumina è uno strumento diagnostico utilizzato per valutare la funzione renale. Il test misura i livelli di proteine nelle urine ed è generalmente somministrato nei casi in cui è noto che l’individuo ha ipertensione o diabete. Non richiedendo misure preparatorie individuali, un test della microalbumina è comunemente utilizzato come strumento di screening per diagnosticare la microalbuminuria, una condizione caratterizzata da elevati livelli di albumina che si verifica in presenza di danno renale.
La normale funzione renale comporta il filtraggio e il lavaggio dei rifiuti dal corpo sotto forma di urina. Quando i reni di un individuo funzionano correttamente, il suo sangue contiene una proteina nota come albumina. In presenza di un sistema di filtraggio difettoso, l’albumina può penetrare nelle urine ed essere espulsa come rifiuto. La presenza di determinate condizioni, come ipertensione e diabete, può causare danni al sistema di filtraggio renale contribuendo allo sviluppo di microalbuminuria e malattie renali. Considerata una condizione progressiva, la malattia renale richiede una diagnosi tempestiva e un trattamento appropriato per ridurre al minimo il rischio individuale di complicanze e, in definitiva, di insufficienza renale.
Prima di un test della microalbumina, gli individui sono generalmente informati su come verrà eseguito il test e ricevono le istruzioni necessarie. L’interpretazione dei risultati dei test è generalmente uniforme nell’applicazione, sebbene possano verificarsi alcune variazioni in presenza di possibile contaminazione del campione e degli standard di laboratorio. Ulteriori fattori che possono influenzare i risultati del test includono l’uso di determinati farmaci, le mestruazioni e livelli di glucosio instabili.
In presenza di risultati anormali, sono presenti livelli elevati di proteine dell’albumina, che è indicativo di un certo grado di funzionalità renale compromessa. Nella maggior parte dei casi, risultati anomali richiederanno ulteriori test per un periodo da tre a sei mesi. Una raccolta di risultati di test aggiuntivi può quindi essere valutata nel suo insieme per determinare l’entità del danno renale. In presenza di compromissione renale confermata, possono essere somministrati esami del sangue per valutare i livelli di creatinina. Spesso analizzati per offrire un’ulteriore prospettiva del funzionamento dei reni di un individuo, i livelli di creatinina possono essere utilizzati per verificare ulteriormente i risultati dei test della microalbumina.
La somministrazione di un test della microalbumina, noto anche come test delle urine della microalbumina, avviene spesso nel corso di un determinato periodo di tempo. La raccolta dell’urina che avviene in casa generalmente utilizza un unico contenitore contrassegnato con tutte le informazioni necessarie, inclusa la data di somministrazione del test e l’ora di ogni raccolta del campione. Quando viene eseguito in un ambiente medico, come una clinica o uno studio medico, viene ottenuto un singolo campione durante la cosiddetta raccolta delle urine midstream clean-catch.
Se condotto come una raccolta temporizzata, che generalmente dura un periodo di 24 ore, un test delle urine della microalbumina può essere eseguito a casa. I tempi per la raccolta delle urine delle 24 ore iniziano generalmente con la prima minzione dell’individuo al mattino quando si sveglia per la giornata. La raccolta del campione inizia con la seconda minzione e continua con ogni svuotamento della vescica per le restanti 24 ore. Conosciuto come una raccolta a tempo, questo approccio al test della microalbumina richiede che i campioni ottenuti rimangano refrigerati fino all’ottenimento del campione finale. Al fine di evitare la contaminazione, agli individui viene richiesto di utilizzare un contenitore pulito per ogni raccolta di campioni, di evitare di maneggiare l’interno del contenitore e di non consentire a sostanze o materiali estranei di contaminare l’urina raccolta.
La somministrazione più comune di un test della microalbumina avviene in ambito medico e comporta una singola raccolta di meno di tre once fluide (89 ml) di urina. Agli individui vengono solitamente date istruzioni rigorose per evitare la contaminazione del campione, incluso lavarsi le mani prima di maneggiare il contenitore di raccolta e non permettere che il contenitore entri in contatto o contenga sostanze o materiali estranei. Raccolto durante il flusso intermedio, il campione è generalmente fissato con un coperchio per evitare la contaminazione post-raccolta. Il campione ottenuto viene quindi inviato per l’analisi di laboratorio.