Il processo per trasformare una pelle di animale in pelle include una complessa serie di passaggi dalla pelle al prodotto finito. Questi passaggi sono spesso indicati come “concia” a causa della parte più distintiva del processo, che utilizza gli acidi tannici presenti nella materia vegetale per alterare chimicamente la pelle animale in modo che non si decomponga o marcisca. Sebbene sia possibile fare la pelle in casa, è un processo odoroso e complicato, quindi molte persone preferiscono inviare le loro pelli a grandi luoghi commerciali, chiamate concerie, per essere lavorate.
La pelle animale è composta da tre strati: l’epidermide, che è lo strato esterno; il derma; e il tessuto sottocutaneo, che è un tipo di tessuto adiposo o grasso. Quando si produce la pelle, si desidera solo il derma forte e flessibile, che è in parte costituito da fibre di collagene. Il collagene viene escreto dalle cellule e forma una rete di filamenti utili. Quando la pelle viene lavorata, queste fibre vengono trattenute, mentre tutto il resto viene strappato via.
Concia al cromo
Esistono vari metodi di concia e un processo comune è chiamato concia al cromo, che è popolare perché richiede generalmente meno tempo per essere completato. Il processo può essere suddiviso in due fasi fondamentali: la fase di lavorazione del wet blue e la fase di finitura, entrambe realizzabili in conceria.
I tempi di completamento variano notevolmente a seconda delle dimensioni della pelle, del processo di concia utilizzato e di quanto è impegnata una conceria se la pelle viene inviata per essere lavorata.
Elaborazione Wet Blue
Prima di iniziare il processo di concia, la pelle viene conservata con sale per non farla marcire. Quando la pelle è pronta per iniziare la lavorazione, viene immersa nell’acqua per ammorbidirla e rimuovere lo sporco o il sale. Un coltello speciale che è costruito su un rullo viene utilizzato per rimuovere la carne e il grasso in eccesso e all’acqua di ammollo vengono aggiunti prodotti chimici tannici, come calce e zolfo, per rendere l’acqua alcalina; questo consumerà i peli degli animali. Le fibre di collagene iniziano a gonfiarsi, mentre le proteine in eccesso precipitano.
Quando questo processo è completo, l’acqua viene portata a un pH stabile e il rigonfiamento diminuisce, in modo che possano essere aggiunti detergenti enzimatici per rimuovere eventuali detriti organici rimanenti. Una volta rimossi i detriti, la pelle viene messa in salamoia in una soluzione altamente acida, che la prepara per la concia. Gli agenti concianti formano legami con il collagene della pelle, facendola resistere all’attacco batterico, e le pelli vengono rimosse dalla vasca di lavorazione del wet blue per la rifinitura, dopo essere state fatte scorrere su rulli per rimuovere l’acqua in eccesso.
Finitura
Quando la pelle emerge dallo stadio wet blue, viene rasata fino a renderla liscia e uniforme, a quel punto viene spaccata allo spessore desiderato. La pelle viene riconciata con materiali diversi a seconda che necessiti di essere ferma o morbida, e viene anche tinta del colore desiderato. Dopo la tintura, la pelle viene oliata in modo che rimanga flessibile e morbida. Infine, la pelle viene asciugata, trattata meccanicamente per renderla morbida e smerigliata in modo che abbia una superficie liscia e attraente. A questo punto, un’opzione è quella di goffrare la pelle con motivi prima della fase finale, che è l’applicazione di uno strato di finitura di polimero o cera per proteggere la superficie del prodotto finale.
Fonte di inquinamento
Il trattamento della pelle era un’industria altamente inquinante, ma le concerie hanno risposto alla protesta pubblica per i problemi di odore e inquinamento. Le concerie ora riciclano i liquidi utilizzati nel processo di concia e si astengono dallo scarico di sostanze chimiche. L’abbronzatura porta ancora un forte odore, ma nella maggior parte del mondo non è più accompagnata da pratiche commerciali non rispettose dell’ambiente.