L’esplorazione di Marte è stata una seria priorità dei più grandi programmi spaziali del mondo sin dal 1960, quando l’Unione Sovietica ha tentato di lanciare le sonde spaziali Korabl 4 e Korabl 5 sul Pianeta Rosso come parte del programma Marsnik. I razzi che spingevano queste sonde non sono riusciti a fornire una spinta sufficiente, ed entrambi sono ricaduti indietro bruciando nell’atmosfera dopo essere riusciti a malapena a raggiungere lo spazio. Questa sarebbe la prima di una lunga serie di missioni su Marte fallite e per metà fallite.
Tra il 1960 e il 1964, i sovietici non riuscirono a portare sonde su Marte in altre sette occasioni, con le sonde che falliscono al lancio o cessano le comunicazioni prima di raggiungere il pianeta. La prima sonda riuscita su Marte fu Mars 2, che arrivò in orbita attorno al Pianeta Rosso il 27 novembre 1971. Il suo lander, che avrebbe dovuto atterrare ed effettuare misurazioni, si schiantò sulla superficie di Marte a 6 km/s (13,421 mph) in caso di malfunzionamento del sistema di discesa sul modulo. Tuttavia, questo è stato il primo oggetto artificiale a raggiungere la superficie di Marte, e quindi una pietra miliare nell’esplorazione di Marte.
La NASA ha lanciato diverse sonde su Marte negli anni ‘1960, tra cui Mariner 4, che ha sorvolato Marte il 14 luglio 1965, fornendo le prime immagini ravvicinate di un altro pianeta. All’arrivo nell’orbita di Marte, un’altra sonda della NASA, Mariner 9, ha osservato una tempesta di polvere a livello planetario, primo e unico esempio di questo fenomeno attualmente conosciuto. Le tempeste di polvere a livello planetario sono impossibili sulla Terra a causa degli oceani e della piccola percentuale della superficie terrestre coperta dal deserto. Al contrario, Marte è coperto al 100% da deserto.
L’esplorazione della superficie dell’Età d’Oro di Marte da parte delle sonde spaziali risale alla fine degli anni ‘1970, quando i lander Viking 1 e Viking 2 raggiunsero Marte, fornendo i primi primi piani dalla superficie di un altro pianeta. Queste sonde hanno anche testato il terreno alla ricerca di molecole organiche, che non hanno trovato, deludendo molti che speravano in segni di vita microbica su Marte. Le missioni hanno anche contribuito all’esplorazione di Marte includendo orbiter che sono rimasti in orbita per molti mesi, inviando informazioni sul pianeta alla Terra.
L’aspetto più atteso dell’esplorazione di Marte è quello di far atterrare un uomo su Marte. Tuttavia, il tasso di successo del 50% delle precedenti missioni della sonda spaziale su Marte è motivo di preoccupazione. Se un’astronave per Marte dovesse subire un malfunzionamento tecnico, perdere il suo obiettivo o non riuscire a lasciare la superficie sulla via del ritorno, gli astronauti rimarrebbero bloccati e probabilmente costretti a consumare capsule di cianuro per evitare di morire di disidratazione. Questo lascerebbe per sempre un danno all’esplorazione dello spazio. Tuttavia, la NASA sta ancora pianificando provvisoriamente la missione con equipaggio su Marte, che probabilmente avverrà dopo il 2030.