Il termine mondo libero ha avuto origine dalla Guerra Fredda, quando era usato per distinguere tra le democrazie, in particolare gli Stati Uniti e i paesi dell’Europa occidentale, e l’Unione Sovietica comunista e i suoi alleati. Mentre gli Stati Uniti guidavano la guerra contro il comunismo, il presidente degli Stati Uniti divenne noto come il “leader del mondo libero”. Questo termine è spesso usato oggi a causa dell’egemonia esercitata dagli Stati Uniti e del potere stesso della presidenza. Come presidente, un leader può iniziare una guerra, ribaltare la legislazione e costruire relazioni diplomatiche tra i paesi.
Gran parte del potere intrinsecamente inteso all’interno del termine ruota attorno al ruolo del presidente come comandante in capo delle forze armate. L’esercito degli Stati Uniti ha attualmente oltre 1.4 milioni di personale in servizio attivo. Le basi statunitensi si trovano in Giappone, Corea del Sud, Germania, Italia e Regno Unito.
Gli Stati Uniti hanno anche il più grande budget militare del mondo, che, a partire dal 2012, è di $ 680 miliardi di dollari USA. Questo budget è molto più grande di quello della Cina, il paese con il secondo budget militare al mondo. Il numero di truppe all’interno delle forze armate statunitensi non è così alto come quello di altri paesi, semplicemente perché non viene più utilizzata la coscrizione.
Riferirsi al presidente degli Stati Uniti come al “leader del mondo libero” è discusso da altri paesi che hanno combattuto per la democrazia anche durante la Guerra Fredda. Ci sono anche preoccupazioni sull’uso della parola “libero”. Durante la guerra fredda tra ideologie, paesi africani, asiatici e sudamericani, che non possono essere definiti chiaramente come democrazie e quindi “liberi”, hanno sostenuto gli Stati Uniti e l’Europa occidentale. Attualmente, i paesi con governi non democratici possono essere considerati liberi.
Tuttavia, il termine è ancora associato agli Stati Uniti, sebbene l’uso internazionale del termine “leader del mondo libero” si riferisca spesso al paese piuttosto che alla presidenza. Oltre al potere militare che hanno gli Stati Uniti, il termine si applica anche ai valori e agli ideali per i quali il paese si batte: l’uguaglianza tra tutti, la libertà di parola, la libertà di religione e il diritto di perseguire la felicità. Pertanto, la frase si riferisce non solo al presidente, ma anche alle persone che mantengono gli ideali più alti dell’America, come Martin Luther King, Susan B. Anthony, Ralph Nader e Hillary Clinton.