Il panico gay è una difesa criminale usata raramente in cui l’imputato afferma di essere stato così offeso o turbato dalla rivelazione che la vittima era omosessuale che si è verificato uno stato di infermità mentale temporanea. Uno dei casi di più alto profilo in cui è stata utilizzata la difesa del panico gay ha coinvolto Matthew Shepard, uno studente dell’Università del Wyoming che è stato brutalmente assassinato nel 1998 a causa del suo orientamento sessuale.
Secondo la logica di questa difesa, l’autore di un reato viene gettato in uno stato di intensa confusione e turbamento quando viene rivelato l’orientamento sessuale o il genere della vittima. Questo stato ha reso l’imputato temporaneamente incapace di distinguere tra giusto e sbagliato, portando così a un’aggressione o un omicidio poiché l’imputato “istintivamente” ha colpito la vittima. Il panico gay potrebbe verificarsi a seguito di avance sessuali, sostengono gli avvocati che usano questa difesa, o potrebbe verificarsi quando un individuo transgender viene scoperto, come nel caso di Gwen Araujo, una donna trans uccisa nel 2002.
Questa difesa ha lo scopo di ridurre la colpevolezza dell’imputato agli occhi della giuria, generando così una pena ridotta. Gli imputati che usano la difesa contro il panico gay sono raramente assolti del tutto, ma il panico gay può essere considerato come una circostanza attenuante che giustifica una riduzione delle sanzioni.
I critici di questa difesa sostengono che, poiché l’omosessualità sta diventando molto più accettata nella società, la probabilità di andare completamente nel panico alla rivelazione dell’orientamento sessuale di qualcuno è improbabile. Inoltre, la difesa del panico gay è stata utilizzata nei casi in cui è stata coinvolta la premeditazione, suggerendo che l’imputato ha avuto il tempo di calmarsi e considerare la situazione, e ha deciso di procedere comunque con il crimine.
Gli oppositori alla difesa del panico gay vorrebbero vedere casi come questi perseguiti come crimini d’odio, oltre ad essere trattati come casi di aggressione o omicidio. Suggeriscono che le persone che aggrediscono le persone sulla base del loro orientamento sessuale o di genere sono pienamente consapevoli di ciò che stanno facendo e, sebbene possano procedere con tali aggressioni a causa di emozioni violente, non sono in uno stato di follia temporanea. I pubblici ministeri in diverse regioni del mondo si sono uniti per combattere la difesa del panico gay, sostenendo che daranno un giro di vite alle squadre di difesa che tentano di usarlo.