Il torio (simbolo Th, numero atomico 90) è un elemento chimico radioattivo. È un metallo bianco-argenteo a temperatura ambiente, ma si ossida facilmente se esposto all’aria e si presenta naturalmente solo in forma ossidata. Sebbene il torio non sia fissile, può essere allevato in un reattore nucleare all’isotopo fissile U-233, e quindi ha un potenziale come fonte di combustibile nucleare. È anche usato come elemento di lega con altri metalli ed è l’ingrediente principale nei manti delle lanterne a gas.
Questo elemento si trova naturalmente nella crosta terrestre, ad una concentrazione di circa 12 ppm (all’incirca la stessa del piombo, e tre volte quella dell’uranio). Sebbene il torio sia radioattivo, la sua emivita di 14 miliardi di anni è così lunga che la maggior parte di quella originariamente trovata sulla Terra è ancora lì. Il minerale principale per il torio è il minerale monazite, che può avere fino al 10% in massa; anche alcuni altri minerali, come la torianite e l’euxenite, contengono quantità significative.
Sebbene molti paesi abbiano grandi riserve, il torio non è molto diffuso; le sue applicazioni come metallo sono limitate dalla sua radioattività, che lo rende potenzialmente pericoloso se inalato o ingerito. Thorotrast, un composto un tempo utilizzato per i raggi X medici, è stato abbandonato per motivi di sicurezza. Ironia della sorte, l’alta densità e il numero atomico del torio lo rendono un efficace scudo contro le radiazioni, sebbene il piombo e l’uranio impoverito siano usati più frequentemente.
Il torio non è fissile, quindi non può essere usato per costruire una bomba atomica o un reattore nucleare. Tuttavia, quando questo elemento viene inserito in un reattore nucleare, l’elevato flusso di neutroni fa sì che parte di esso si trasmuti in U-233, che è fissile. L’U-233 può quindi essere utilizzato per sostenere la reazione nucleare e trasmutare più torio, creando un ciclo del combustibile nucleare chiuso, che lo rende potenzialmente prezioso come fonte di energia. Storicamente, l’uranio naturale è stato abbastanza economico come combustibile da rendere superfluo il torio. Tuttavia, con un picco dei prezzi dell’uranio, alcuni governi hanno sviluppato piani per costruire reattori alimentati al torio in caso di interruzione della fornitura di uranio; alcuni reattori ad acqua pesante, come il design CANDU, possono già utilizzare l’elemento.
Prima dell’avvento dell’illuminazione elettrica, i mantelli di torio erano frequentemente usati come fonte di luce; quando riscaldate con una fiamma, alcune leghe di biossido di torio emetteranno una luce bianca abbagliante. Questo bagliore non è correlato alla radioattività e deriva dalle interazioni chimiche con cerio e ossigeno. A meno che non vengano ingeriti o altrimenti introdotti nel corpo, i mantelli e altri prodotti a base di torio sono generalmente abbastanza sicuri per l’uso quotidiano, poiché le particelle alfa emanate dall’elemento non possono penetrare nella pelle.