Cos’è la Glossolalia?

La glossolalia, a volte chiamata “parlare in lingue”, è un fenomeno in cui una persona vocalizza in una lingua sconosciuta e incomprensibile. Glossolalia si verifica spesso come parte di una pratica religiosa. In alcune tradizioni cristiane, si crede che il fenomeno significhi che una persona è “piena di Spirito Santo”.
C’è qualche disaccordo su cosa sia esattamente la glossolalia. A volte si pensa che la glossolalia sia una lingua che chi parla non conosce, ma molti casi registrati non sono intelligibili come nessuna lingua conosciuta. In alternativa, alcuni interpretano la glossolalia come un linguaggio spirituale sconosciuto, mentre altri pensano che sia solo incomprensibile. Tecnicamente, il discorso spontaneo in una lingua sconosciuta a chi parla, ma riconosciuto come una lingua del mondo reale, è chiamato xenoglossia. La xenoglossia, che può anche essere chiamata “parlare in lingue”, è a volte associata alla canalizzazione degli spiriti o alla possessione demoniaca piuttosto che a uno stato spiritualmente elevato.

I partecipanti a una pratica religiosa che include la glossolalia possono essere in grado non solo di produrre glossolalia, ma anche di comprendere la glossolalia degli altri. Nel racconto biblico più noto della glossolalia, la storia della Pentecoste nel libro degli Atti, la glossolalia degli Apostoli è intesa da molti testimoni come se fosse un discorso in ciascuna delle loro diverse lingue native. Oggi, le denominazioni cristiane pentecostali e carismatiche sono meglio conosciute per il loro uso della glossolalia. È una parte della preghiera privata piuttosto che del culto pubblico per molti praticanti, che dicono che porta una sensazione di pace.

Glossolalia è una questione controversa nella Chiesa cristiana, con opinioni forti su entrambi i lati della questione. La pratica non si limita al cristianesimo, tuttavia, ma compare nelle religioni di tutto il mondo. Nell’antichità era particolarmente praticato dall’Oracolo greco di Delfi e dagli gnostici romani.

Psicologi e neurologi hanno condotto alcuni studi sulla glossolalia nel corso degli anni, con conclusioni diverse. Verso la fine del secolo, gli psicologi Emil Kraepelin e GB Cutten collegarono il fenomeno alla schizofrenia, sebbene gli psicologi moderni non riconoscano tale collegamento. Nicholas Spanos e altri credono che la capacità di parlare in lingue sia acquisita. La pratica è stata recentemente collegata a livelli di stress ridotti e uno studio dell’Università della Pennsylvania del 2006 ha scoperto che il cervello ha meno attività nelle aree linguistiche e più attività nelle aree emotive durante la glossolalia.