La restenosi è una potenziale complicanza dell’angioplastica, una procedura che rimuove un’ostruzione o altera un’arteria stretta. Comunemente, un palloncino viene inserito in un’arteria bloccata durante un’angioplastica e gonfiato per consentire al sangue di fluire normalmente in tutte le parti del cuore. Un’altra opzione con un’angioplastica è installare uno stent, un dispositivo a molla pensato per aiutare a mantenere l’arteria aperta. Alcuni stent vengono trattati con farmaci speciali per ridurre la quantità di tessuto che aderisce al metallo dello stent. Questi stent trattati con medicinali sono ancora in attesa dell’approvazione della FDA, quindi non vengono utilizzati regolarmente nella procedura.
Con entrambi i metodi, il risultato finale è un dispositivo artificiale posizionato nel cuore del paziente per impedire la chiusura dell’arteria. Entro sei mesi dall’angioplastica, l’arteria può bloccarsi di nuovo poiché il tessuto cicatriziale si accumula attorno al dispositivo artificiale. Questa complicazione è indicata come restenosi. Se si usa un palloncino, c’è una variazione del 40% di restenosi, ma il rischio si riduce al 23% quando si usa uno stent.
In genere, un paziente che sta affrontando la restenosi avverte dolore al petto dopo aver intrapreso un’attività fisica. Se il cardiologo determina che il problema è restenosi, il paziente ha tre scelte per il trattamento. La prima opzione è che il cardiologo esegua una seconda angioplastica. In questo caso, lo stent o palloncino effettuato viene rimosso e sostituito con un nuovo dispositivo. Sfortunatamente, il rischio di restenosi è maggiore con una seconda angioplastica rispetto alla prima.
La seconda opzione per un paziente che soffre di restenosi è di sottoporsi a un intervento chirurgico di bypass. Durante questa procedura, la porzione di arteria interessata viene sostituita con una sezione di arteria della coscia del paziente. Questo intervento è più rischioso di una seconda angioplastica, ma di solito più efficace se il paziente aderisce alla dieta rigorosa e al regime di esercizio prescritto dal suo medico.
L’ultima opzione è una procedura più recente chiamata brachiterapia. La brachiterapia utilizza una bassa dose di radiazioni per inibire la formazione di tessuto cicatriziale all’interno dell’arteria. La brachiterapia è a basso rischio rispetto alla chirurgia di bypass, ma pochi medici sono qualificati per eseguire la procedura. Pertanto, è generalmente offerto solo nelle grandi città.
I pazienti che hanno subito un’angioplastica possono aiutare a prevenire il verificarsi di restenosi. Mantenere una dieta povera di grassi, limitare il consumo di alcol, smettere di fumare ed esercitare regolarmente può aiutare nella prevenzione. Anche la visita regolare dal cardiologo è fondamentale, così come l’assunzione di tutti i farmaci prescritti.