La tecnica di legatura del tratto fistoloso intersfinterico (LIFT®) viene utilizzata per fissare la fistola-in-ano, o fistola anale, ed è considerata un approccio semplificato alla chirurgia. È considerata una valida alternativa a basso rischio ad altre procedure che comportano la sigillatura della fistola con tessuto o un tappo. Questa tecnica è stata sviluppata da un Arun Rojanasakul, un chirurgo thailandese con sede presso la Chulalongkorn University di Bangkok, Thailandia.
Una fistola è un tratto anormale o un’apertura formata nel tessuto. Nel caso di una fistola anale, c’è un’apertura nel canale anale. Questo canale, o tratto, passa attraverso il muscolo che circonda l’ano, noto come muscoli dello sfintere, fino alla pelle dei glutei. Se l’apertura o il tratto viene infettato, si forma una fistola.
La tecnica LIFT® inizia praticando un’incisione nell’apertura della fistola nel canale anale per determinare dove si trova nel tratto intersfinterico, l’area tra i muscoli dello sfintere. Un’altra apertura avviene attraverso l’apertura esterna della fistola sui glutei. Un tubo viene inserito attraverso l’apertura esterna per identificare il tratto e pulire l’area. Il tessuto infetto, chiamato tessuto crittoghiandolare, viene quindi rimosso. Le aperture vengono quindi sigillate per prevenire ulteriori infezioni e la ricomparsa di una fistola.
C’è qualche pericolo nella tecnica LIFT® a causa della sua vicinanza sia ai muscoli dello sfintere esterno che a quello interno. Questi muscoli sono ciò che sigilla l’ano e impediscono a qualsiasi cosa di entrare o uscire. Interventi chirurgici precedenti che utilizzavano procedure simili alla tecnica LIFT® non hanno avuto successo quando lo sfintere interno è stato danneggiato e la mucosa anale è stata penetrata. Queste procedure spesso falliscono perché le suture si sono rotte o l’afflusso di sangue nell’area è stato danneggiato in modo permanente.
Se lo sfintere è danneggiato da un intervento chirurgico, il paziente può diventare incontinente. A causa del danno, lo sfintere non può chiudersi completamente e il fluido e le feci possono defluire involontariamente attraverso la perdita. Questo era un problema nelle procedure precedenti anche se la riparazione scrupolosa veniva eseguita dopo che si era verificato un danno.
Sebbene vi sia un piccolo rischio di danno allo sfintere utilizzando la tecnica LIFT®, il problema dell’afflusso di sangue interrotto e delle suture rotte è stato ridotto perché questa procedura sigilla l’apertura in modo più sicuro mediante la legatura. È considerato molto più sicuro delle precedenti procedure simili perché entra nello spazio tra gli sfinteri, al contrario del passaggio attraverso i muscoli stessi. Questo è il motivo per cui la tecnica LIFT® viene definita procedura di risparmio dello sfintere.