Il termine “terapia extracorporea” è usato per descrivere qualsiasi tipo di trattamento medico che avviene al di fuori del corpo, anche se non necessariamente senza una qualche forma di procedura invasiva. La maggior parte dei trattamenti extracorporei sono legati al sistema circolatorio, comportando la rimozione e il trattamento del sangue e quindi il successivo ritorno di quel sangue al corpo. Questo termine viene talvolta utilizzato, anche se in modo errato, per descrivere trattamenti esterni che provocano un effetto nel corpo.
Le procedure circolatorie classificate come terapia extracorporea includono: plasmaferesi, emodialisi e circolazione sanguigna assistita, tra le altre. Tutte queste procedure comportano l’uso di macchinari per pompare il sangue all’esterno del corpo, elaborarlo e quindi restituirlo al corpo e sono utilizzate per trattare una varietà di condizioni.
La circolazione sanguigna assistita viene utilizzata specificamente in chirurgia per assumere le funzioni del cuore per le procedure cardiache. La plasmaferesi comporta la filtrazione del plasma dal sangue ed è tipicamente utilizzata per le condizioni autoimmuni. A seconda delle condizioni e del paziente, il plasma può essere trattato e restituito o sostituito. L’emodialisi viene utilizzata per filtrare il sangue durante l’insufficienza renale, sostituendo i reni guasti e filtrando le sostanze nocive nel sangue.
Le persone descrivono anche la litotrissia extracorporea ad onde d’urto, una procedura utilizzata per trattare i calcoli renali, come terapia extracorporea. Questa classificazione non è tecnicamente corretta, perché sebbene la macchina utilizzata per generare le onde d’urto sia esterna al corpo, agisce sui calcoli renali all’interno del corpo, rompendoli in modo che possano essere passati attraverso le vie urinarie. Le terapie con onde d’urto sono utilizzate anche sperimentalmente nel trattamento di alcune altre condizioni mediche e, in tutti i casi, le onde d’urto sono progettate per penetrare nel corpo, quindi la terapia non dovrebbe essere considerata di natura extracorporea.
La terapia extracorporea viene utilizzata anche nel trattamento di alcuni tumori, tipicamente ossei. Nel caso in cui la terapia extracorporea potrebbe aiutare un paziente, l’osso interessato viene rimosso, sottoposto a una forte dose di radiazioni e quindi sostituito, nel tentativo di salvare l’arto. Poiché la radiazione è mirata, è più efficace e può essere utilizzata una dose più elevata senza preoccuparsi di danneggiare il paziente, poiché l’osso è esterno al corpo.