Cos’è l’autolesionismo?

L’autolesionismo è una patologia in cui qualcuno si infligge un danno deliberato a se stesso, ma non con l’intento di suicidarsi. Questa patologia assume una vasta gamma di forme ed è importante distinguere l’autolesionismo sia dal comportamento suicidario che dalle attività culturalmente o artisticamente appropriate, come i rituali di iniziazione o il tatuaggio. Le donne hanno circa quattro volte più probabilità di commettere autolesionismo rispetto agli uomini e l’autolesionismo è molto comune tra i giovani, ma il comportamento può manifestarsi a tutte le età.

Questo comportamento emerge tipicamente in risposta a stress, traumi o depressione. Le persone infliggono danni a se stesse come un modo per far fronte a situazioni su cui non sentono alcun controllo e spesso scelgono siti nascosti del loro corpo per le loro attività in modo che l’autolesionismo non venga rilevato. In alcuni casi, le lesioni possono essere più evidenti, nel qual caso l’autolesionismo potrebbe essere visto come un grido di aiuto, e l’autolesionismo può anche trasformarsi in un comportamento suicidario più grave, quindi è motivo di preoccupazione.

Esistono numerose forme di autolesionismo. Le persone possono tagliarsi o ustionarsi, ad esempio, o stuzzicarsi i capelli, la pelle e le unghie. Alcune persone ingeriscono deliberatamente veleno, assumono comportamenti altamente pericolosi o tentano di ferirsi gettandosi dalle scale o colpendosi con oggetti pesanti. Il comportamento è spesso riservato e le lesioni possono essere liquidate come “incidenti” se il soggetto viene interrogato.

Quando l’autolesionismo diventa cronico, si parla di autolesionismo ripetitivo (RSI). In questa situazione, il paziente spesso non ha alcun controllo sulla propria autolesionismo, ma sente invece una coazione a impegnarsi in comportamenti autolesionistici. Oltre ad essere potenzialmente dannoso psicologicamente, questo può anche essere dannoso fisicamente; l’autolesionismo può portare a infezioni e una varietà di altri problemi di salute.

I pazienti che si impegnano in tale comportamento possono essere trattati in un’ampia varietà di modi. Come per altre condizioni psicologiche, è importante intervenire in modo solidale e non accusatorio. Possono essere prescritti farmaci antidepressivi per aiutare il paziente a far fronte allo stress, ma anche la terapia della parola è fortemente incoraggiata. Alcuni pazienti beneficiano anche di una terapia più faticosa progettata per cambiare i loro schemi comportamentali fondamentali e le persone possono usare trucchi come promuovere comportamenti più benefici come alternativa all’autolesionismo o utilizzare un “sistema di amici” per garantire che il paziente abbia sempre un amico da chiamare quando ha voglia di autolesionarsi.