Molte persone hanno sentito l’espressione “il denaro è la radice di tutti i mali”, ma la vera traduzione biblica è “l’amore per il denaro è la radice di tutti i mali”. L’avarizia, spesso usata come sinonimo di avidità, è un amore moralmente discutibile e divorante per la ricchezza materiale, anche a scapito delle relazioni personali e della crescita spirituale. L’avarizia è considerata uno dei sette peccati capitali nella dottrina cattolica.
L’idea di accumulare una fortuna personale attraverso un duro lavoro o un investimento giudizioso non è generalmente considerata un peccato mortale, ma se quel successo finanziario arriva come risultato di una sfrenata brama di ricchezza, allora potrebbe essere correttamente descritto come avarizia. Il denaro può essere una potente forza motivante per molte persone, ma di solito c’è una bussola morale interna che consente a una persona di accettare un certo livello di sicurezza o comodità materiale. Una persona presa nella morsa dell’avarizia spesso ignora questa bussola morale interiore per accumulare sempre più ricchezza.
C’è chi sostiene che una moderata quantità di avarizia o avidità è necessaria affinché un sistema economico capitalista funzioni come previsto. Alcuni partecipanti a un’economia capitalistica dovrebbero essere guidati dall’avidità personale o dall’avarizia per acquisire quanta più ricchezza materiale e potere possibile. In questo modo, altri beneficiano della necessità di beni e servizi creati dalle classi super-ricche. In sostanza, un certo livello di avidità o avarizia potrebbe non rendere un magnate immobiliare o un banchiere di investimento ad alto potere un grande essere umano, ma può renderlo un’importante forza trainante in un’economia puramente capitalistica.
L’avarizia non va confusa con altri peccati come l’invidia o la gelosia. Le persone possono diventare gelose o invidiose del successo materiale degli altri, ma l’avarizia viene dall’interno dei propri desideri e priorità. Qualcuno veramente controllato dall’avarizia non è particolarmente interessato al relativo successo o fallimento degli altri, finché le disgrazie di quelle persone hanno poca o nessuna influenza sul proprio “risultato finale”. Alcuni promotori immobiliari di alto livello o capitalisti di rischio possono essere visti dai loro critici come avari, dal momento che la loro unica motivazione per creare nuovi progetti è acquisire ulteriore ricchezza personale, non un interesse filantropico per i loro simili.